Nord e Sud - anno VI - n. 61 - dicembre 1959

I VI. Mentre si discute tra i giuristi della questione pregiudiziale, la pratica per le sue vie ha già mosso impetuosi passi in avanti. Non a caso abbiamo parlato sopra di·« funzione esecutiva )>. La verità _è che il partito politico, tanto più limpidamente quanto più rilevanti ne risultano i progressi sulla via di un'intima compenetrazione con il nostro sistema costituzionale, viene rappresentato e vissuto nella coscienza collettiva come un piccolo Stato, con analoghi problemi vivi di garanzie dei diritti individuali, di articolazione delle funzioni, di primato della legalità obbiettiva sull'arbitraria « ragion di partito )>. A misura cl1e il partito si arroga l'esercizio di prerogative proprie della sovranità, gli t1omini chiedono ad esso di accettarne le responsabilità indivisibili, e ne otte11gonoin qualche modo (in via di « equità )) per ora, e non di certa legge) giustizia. A misura che le strutture dei partiti si fannq più complesse, e la mente sintetica di un uomo o di un gruppo di uomini si palesa inadeguata a reggerne l'intera vita, l'esigenza di una regola obiettiva per l'azione di grandi masse umane non trova altro appropriato paradjgma istituzionale se non nello Stato moderno. Accade così che si senta invocare il principio, non scritto in alcuno statuto, della « sovranità)) dei congressi (a parlar propriamente: competenza della competenza, se non si incli11iad l1na inaccettabile configurazione come ordinamento originario, indifferente a queilo generale dello Stato); si afferma in certo modo una forma di « divisio11edei poteri )>, nel .fissare una precisa ripartizione di competenze tra gli organi deliberativi ed esecutivi, e nell'attribuire in ogni caso ad una terza e distinta serie di organi le misure disciplinari e i controlli (fanno eccezione il P.S.I. fino al congresso di Napoli e, in sede di appello, la D~C.); tende faticosamente a precisarsi uno statuto della burocrazia interna, che ne assicuri il lealismo verso il partito nel suo complesso, e non solo verso la maggioranza (18). Si potrebbe seguitare, analizzando regole più delicate e minute, e all'apparenza meramente tecni~ che, dove tuttavia la tendenza immctnente alla « costituzionalizzazione )) della vita dei partiti emerge con tutta evidenza. Essa culmina nella richiesta di statuti « rigidi )), irrevocabili e immodificabili cioè a semplice mag- (18) Ne esiste un progetto di « codificazione )> esplicita, dovuto a Ignazio Silane; e per il P .S.I., una volta sconfitto l' « apparato )> ·morandiano, se ne attribuiva un altro, all'epoca del congresso di Napoli, all'on. Tristano Codignola. [32] Biblioteca Gino Bian_co

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