Nord e Sud - anno VI - n. 61 - dicembre 1959

mente quelle di uno Stato di cittadini, non di uno Stato di gruppi, di corporazioni e di privilegi (e no11importa se, ricorrendo a più suggestive terminologie letterarie, si riesce a mutare il segno da negativo a positivo, permanendo il fatto obiettivo dell'ipoteca posta su quella che, la si designi come « sovranità ))' o « universalità )), o altrimenti, è ciò che fa di uno Stato uno Stato). Si tratta appunto di decidere se proseguire in quella costruzione, colmandone progressivamente le lacune, o se costruire una teoria dei suoi limiti iniziali, per sottolinear li e ribadir li. Al peccato d'origine della Carta del '48 si aggrappano tenacemente i comunisti, e s'intende. I cattolici restano, come alla Costituente, divisi, ma ancora con prevalenza della tesi conservatrice. Al convegno del 1951 sullo Stato moderno, la maggioranza dei giuristi cattolici mostrava di considerare il partito politico « superato )) dal sindacato; e la sua disciplina un falso problema, provocando la coraggiosa reazione dell'attuale direttore di « Giurisprudenza Costituzionale ))' professor Esposito (16). Nel convegno del dicembre 1958 su « I partiti politici nello Stato democratico ))' l'atmosfera neocorporati vistica è parsa dissolta; ma la legge sui parti ti non ha avuto più calda accoglienza: e di qui nuove polemiche di Don Sturzo, contro i'onorevole Segni e il professor Santoro-Passarelli (17). Nè vi è speranza che le cose possano cambiare troppo rapidamente. Anche tra i giuristi « laici >) perdurano riserve, ma sembrano più dettate dalla politica contingente che non da principi. E tuttavia dovrebbe emergere con evidenza, alla Junga, che è una falsa posizione quella di declamare ogni giorno sullo Stato di diritto, e negare poi a questo Stato di affermarsi nella sua funzione giuridica: nè solo in sede ideale, ma per concreti inconvenienti politici. (16) Funzioni e ordinamento dello Stato moderno, « Quaderni di Justitia », Roma, 1953; sui partiti politici, vedi la relazione di G. Baget-Bozzo, 114-118, e gli interventi di C. Esposito, 119-120 e 135-136: p. 135, in apertura: « Vorrei dire poche parole in difesa di un povero morto! Qui si è detto il de profundis alla Costituzione italiana, in tutti i modi, in tutti i sensi! >>. (17) « Justitia », ottobre-dicembre 1954: a pp. 345-346, la replica di F. SantoroPassarelli a L. Sturzo. Di Sturzo vedi poi : Libertà legalità moralità nei partiti, in « Giornale d'Italia», 16 dicembre 1958, ed anche Leggi elettorali e istituzioni democratiche, in ·« Civitas », n. 2, 1951. {31] · Biblioteca Gino Bianco

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