la proposta di Luigi Einaudi sul principio di una legislazione antimonopolistica; così per quella dell'on. Mortati (che risentiva largamente delle idee diffuse in alcuni ambienti « azioni~ti >>, come, in grado minore, l'altra, di Basso) sulla disciplina dei partiti politici. - Ma, in ogni caso, quelli che la Costituzione proclama solennemente di voler garantiti sono (articolo 2) << i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità )). Nessuna base ha, nel testo costituzionale, l'idea di t1no Stato garante dei diritti delle società intermedie come tali: dietro la cortina delle enunciazioni ideologiche (nebbiose vanità, contro le quali si innalzava, nel segno dello storicismo, la voce di Adolfo Omodeo (15)) nessun diritto vi è sancito, che non possa ricondursi a quelli degli individui e dello Stato. Il « punto di vista >> costituzionale, in altri termini, non è quello dell'interesse alla stabilità dei gruppi, o al rafforzamento più o meno autoritario delle « lealtà >> dei singoli nei -Joro confronti : ma, all'opposto, ·1a garanzia della libertà contro << leggi )) private che, prevalendosi della forza di pressione dei gruppi, tendano ad imporsi in uno spirito e per fini divergenti da quelli della legge pubblica. Malgrado la sorte riserbata in sede di Assemblea Costituente all'emendamento dell'on. Mortati ad opera dei comunisti e di una parte dei democratici cristiani, il comando costituzionale, quale risulta dal collegamento sistematico dei diversi articoli, appare obiettivamente preordinato alla tutela nei partiti (nei quali, appunto, è da ravvisare sicuramente una delle « formazioni sociali entro cui si svolge la personalità dei singoli >>) della sincerità democratica della loro vita interna, e dell'eguale possibilità d'iniziativa di coloro che scendono nella battaglia politica per collaborare col loro mezzo alla formazione dell'unica volontà dello Stato. Pur tra lesioni e lacune, le linee dell'edificio innalzato dai Costituenti restano fondamenta!- (15) Per la creazione di una libera democrazia, ne « L'Acropoli », ottobre 1945: « Contro gli ideologi della politica, contro gli elaboratori di complessi sistemi costituzionali, ... potremmo far valere che una costituzione è la presente realtà spirituale di un popolo, non ciò che ci proponiamo che sia in futuro ... precisazione dichiarativa di ciò che effettivamente è maturo nell'animo nostro, non di un solo partito, ma di una vasta volontà nazionale>>. Vedi anche il suo Democrazia e coscienza giuridica, in « Realtà politica», 1, 9. [30] Biblioteca Gino.Bianco
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