Nord e Sud - anno VI - n. 61 - dicembre 1959

' dei singoli problemi di struttura dei partiti politici nell'ambito di una precisa visione costituzionale. Una Costituzione, se è così viva, non si intende se non come attivo processo di realizzazione dell' « idea >> che la regge fin nelle istituzioni <<-private >). In difetto di quest'intima aderenza dei partiti alla Costituzione (che segua per spontaneo conformarsi al suo spirito o per disciplina di -legge) non esiste Stato rappresentativo: si spezza l'organicità del processo 1nediante il quale l'infinita molteplicità della libera azione · pubblica dei singoli si converte nel volere unitario dello Stato. L'altro presupposto di una corretta impostaziÒne del problema è nella precisa cono•scenzadella storia statutaria dei partiti politici italiani. Jl « progettismo >> astratto che ha eccitato le fantasie nel corso del dibattito sugli .apparati nasce da inconsapevolezza storica di quelle battaglie per la « demo- "crazia interna >> che sono state impegnate, e più di una volta anche vinte, nel secondo dopog11erra: si pensi a quello che fu lo statuto di palazzo Barberini della socialde1nocrazia, dopo la dura esperienza del P .S.I. U .P.; o a taluni aspetti del nuovo statuto liberale; o anche alle lotte in corso per la proporzionale nel precongresso democristiano; o infine a quelle dei socialisti per ristabilire i probiviri e per sottrarre le misure disciplinari agli organi politici (4). È necessario portarsi su questo terreno di esperienza : dove non s'incontrano solo modelli e soluzioni tecniche di cui tener conto, ma decisive lezioni storico-politiche .da assimilare. . Nel '45, Nenni parlava dei partiti come « la democrazia che si organizza >>, colmando il vuoto dell'astratto costituzionalismo liberale: eppure r proprio nei grandi partiti si rivela più acuta l'incapacità delle classi dirigenti democratiche nel dopoguerra a fondare e vivere una salda legalità -di partito. Le obbiezioni sc~ttiche al riguardo sembra110 poco concludenti: anche a te11ersi al solo punto di vista dell'efficienza, e non ancora ,della libertà, la potenza di un partito è ben legata al suo patrimonio di -costume giuridico, al radicarsi, cioè, nella pratica collettiva, della metodologia della sua azione politica. Sono state di moda, negli anni andati, ·stucchevoli variazioni sul tema gramsciano del partito, protagonista storico del « moderno Principe >>: ma non si dà autentica volontà di politica senza incisività giuridica; e alla fondazione ideale dello Stato moderno _sono pur necessari e Machiavelli e Bodin ... (4) « Raccolta degli statuti dei partiti politici in Italia », Milano, Giuffrè 1958, con un saggio introduttivo di 11ario Di' Antonio: La, regolazione del partito politico.· L20] Biblioteca Gino. Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==