fortunosa impresa nenniana di « forare l'apparato >> per ristabilire il colloquio con larghi strati della base. Ne venne un senso di inanità disperata, di non avere altre scelte che l'adattamento conformista o la diaspora eretica. Di qui la spinta a risalire ai profili istituzionali della crisi politica, ponendo un appassionante tema di revisione della democrazia. Il contrasto immanente tra lo Stato libero rappresentativo e istituzioni che ne appaiono spesso, nella struttura e nel costume, la negazione in atto - sovrapponendo una propria e ben altrimenti imperiosa legalità a quella parvente delle « Carte >> - non era motivo nuovo alla pubblicistica italiana. Ma nuovo era che si abbandonasse il terreno generico (e qualunquistico) delle denunzie contro la « partitocrazia )), per affrontare, in base ad amare e vissute esperienze, precisi problemi di strutture e di garanzie democratiche. Si intende che quello delle burocrazie di partito, e del loro controllo, doveva valere solo come un punto prospettico, un'apertura iniziale su un orizzonte infinitamente più ampio. Ma con i primi mesi del 1959 la sconfitta dei « morandiani )) al congresso socialista di Napoli, e poi la dilacerazione del blocco maggioritario fanfaniano nella DC sono venuti, per molti, come a disperdere un'artificiosa atmosfera di inct1bo. L'utilità stessa di ogni ulteriore discussione è parsa cadere : almeno per chi sia disposto (ma a noi par duro) a tenere preventivamente fuor del conto il Partito Comunista Italiano. Gli apparati, si è cominciato a ragionare, riescono in definitiva impotenti a reggere gli urti della libera lotta politica: nessuna << macchina >) può illudersi a lungo di tener sequestrata nel proprio ambito l'intera vita politica di un partito, o imporre la propria dinamica contro quella obiettiva dei grandi problemi interni e internazionali. Le trincee burocratiche offrono solo un certo margine di resistenza, utile del resto a garantire la stabilità dell 'indirizzo politico di un partito contro svolte che abbiano per sè solo il rumore del giorno : ma non la sicurezza. Consolatorie (o piuttosto alibi accomodanti) di questo genere si appellano al sentimento della realtà, e sono astrattissime. Se anche non transitoria, la sconfitta degli apparati ben poco prova intorno alla crisi più profonda delle strutture dei partiti, della quale intanto si è presa coscienza. . Più che gli strumenti di una maggiore efficienza, gli apparati stessi appaiono un indice, e un aspetto, della universale decadenza della « democrazia interna )> : il mezzo materiale con cui si opera giorno per giorno la salda- [16] Biblioteca Gino Bianco ' .
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