. . 'invece, secondo un detto dell'Omodeo, a porre nel suo blasone la sbarra araldica della discendenza bastarda. E' legittimo, dunque, ed è giusto che la Democrazia Cristiana opponga all'opaco dottrinarismo del P.L.I. la propria ideologia e differenzi la propria posizione politica da quella dei liberali. Ma non è 11ègiusto nè legittimo che essa identifichi i valori e i principi dello Stato liberale col programma del P.L.I.; che essa creda, o mostri credere, che il liberalismo .si esaurisce completamente e senza residui nel Partito Liberale dell'on. Malagodi. In questa troppo sommaria identificazione v'è, nella migliore delle ipotesi, ur1 errore grave e pericoloso, che non si può passare sotto silenzio: poichè indulgere ad essa equivale a disconoscere il carattere autentico del liberalismo e a precludersi, pertanto, la comprensione della vera strada da percorrere per lo sviluppo democratico del paese. Resterà merito e titolo di gloria del Croce l'aver approfondito le intuizioni e gli spunti già presenti nell'ultimo Stuart Mill, in Green, in Tocqueville, e l'aver separato il liberalismo dal liberismo economico della scuola di Manchester e dal1 'utilitarismo di cui questa l'aveva colorito; ]'aver inteso e mostrato che solo rimuovendo la singolare e paradossale tendenza marxistica, la quale portava (e porta ancora oggi alcuni poco avveduti o interessati) ad incarnare un'idea politica in un sistema economico transeunte, si poneva in salvo l'impeto missionario del liberalismo, la sua invincibile vocazione all'espansione, il suo carattere quasi religioso di fede operante, si poneva in salvo, finalmente, l'inesauribile forza morale della libertà. Al di là delle istituzioni storiche transeunti il liberalismo è, esattamente, la coscienza liberale, e cioè progressiva, dell'epoca, il metodo perenne per risolvere concretamente i problemi del secolo, un principio ideale ed attivo che può dar vita ad innumerevoli forze storiche, ma che non si esaurisce in nessuna di esse. E' stato, appunto, grazie a questa genuina ispirazione etico-politica che gli eredi di coloro i quali avevano spezzato i ceppi dei privilegi imposti dalle corporazioni, dai castelli, dal sistema mercantilista, dalle chiese ufficiali o dagli stati assolutistici, hanno potuto scoprire come, nella società contemporanea, nuovi privilegi si fossero potuti creare, non meno ingiusti e dannosi di quelli abbattuti dai padri, meno evidenti forse, ma ancor pi~ oppressivi; come la confusione del potere politico e di qu~llo economico nelle mani di un medesirr10 gruppo avesse dato luogo a nuove feudalità, che, alla stregua delle antiche, erano sollecite soltanto a difendere i loro BibliotecaGino Bianco
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