. . . Ora, il problema urgente nell'immediato futuro riguarda proprio i caratteri che assumerà tale influenza, se e quando la nuova classe avrà raggiunto un « peso» decisivo in forza del potere di cui sarà capace di disporre. E' in funzione dell'influenza esercitata dall'habitat tecnologico, che l'avvenire non sembra così sgombro da incognite, da pericoli e da interrogativi: e l'ottimismo dell'Acquaviva appare forse eccessivo. • Tuttavia il problema centrale da esaminare oggi, una volta riconosciuto che questa nuova classe potrebbe affermarsi, riguarda i suoi rapporti con tutte le altre strutture sociali. Se è vero che questa classe è il prodotto dell'odierna rivoluzione industriale, il suo fine principale ed esclusivo si ridurrà a mantenere e potenziare il progresso tecnico, o tenderà a creare un nuovo, più equo ordine di rapporti tra gli .uomini e i gruppi sociali? E se questa classe riesce a conquistare il potere, che tipo di strutture intende porre in essere? Rimarrà una classe aperta, dinamica e in espansione, decisa a perseguire idealità democratiche, o invece non tarderà a irrigidirsi e a sclerotizzarsi in una minoranza chiusa e, disponendo delle leve di comando, metterà capo a pericolose esperienze totalitarie? Dirà l'esperienza dei prossimi decenni se le ottimistiche ipotesi dell'Acquaviva sono valide, o se le nostre perplessità sono fondate. Ma resta incontestabile che nel panorama odierno non mancano anomalie e contraddizioni, crepe e punti oscuri, che impongono di rimanere ancora diffidenti, o perlomeno molto vigilanti sul futuro che ci attende. [A. C.] Passato e presente di Santu. Lussurgiu. Il borgo di Santu Lussurgiu (4000 ab. circa) s'abbarbica a quella montagna, detta Montiferru, che lo circonda con i suoi boschi e i suoi pascoli. È situato a 503 m. d'_altitudine e il suo territorio, di 9967 ha., ne ha una che varia da 261 a 1050 metri. L'abitato riposa dentro il cratere di quel vulcano spento che ad Alberto Della Marmora piacque chiamare l'Etna sardo. Di qui piacque poi a D'Annunzio trarre, per darlo come co1npagno per l'impresa d'oltremare a Corrado Brando in Più che l'aniore) Rudu, il fiero popolano lussurgese. Della fierezza e del senso d'indipendenza degli abitanti del Montiferru tratta dandone le prove storiche Diego Are, il quale è autore di una riflessione sociologica contenuta nell'interessante volume dal titolo Autonomia e solidarietà nel Montiferru - sguardi e prospettive per un programma di sviluppo di una zona della Sardegna -. Volume, nato sotto gli auspici del Centro Europeo della ·cultura, ed edito dal periodico « Il Montiferru », sett. 1959. Esso contiene, oltre la riflessione sopra detta, uno studio d'ambiente di Albert Meister, un abbozzo di programma di sviluppo di Antonio Cossu, seguiti da alcune notizie sul gruppo « Montiferru », da documenti e da una nota bibliografica. Come avviene, si domanda l'autore della «riflessione», che a tale provata fierezza e a tale senso d'indipendenza e a una altrettanto provata frequenza di atti individuali di solidarietà civica e di rapporti· di diversi Comuni nell'ambito del Montiferru non corrispondano invece, o siano piuttosto scarsi, quelli di solidarietà collettiva, senza la quale è vano tentare di far nascere l'autogoverno, che richiede, se giustamente inteso, come suo elemento integratore appunto, oltre la solidarietà fra persona e persona, anche quella interna ed esterna fra gruppi di persone? C'è nel Montiferru - secondo l'Are - l'attitudine all'autonomia e a]la solidarietà si· , ' ma se ci sono uomini capaci di indipendenza e perciò di autogoverno, essi risultano _ peraltro « scarsamente preparati ad esercitare un autogoverno co]lettivo, e quindi a [126]' BibliotecaGino.Bianco
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