I • CRONACALIBRARIA Lo storicisrno e l'etica. Da quando Hegel proclamò che lo stato nazionale costituiva l'incarnazione più alta della vita etica l'idea giusnaturalistica, stella ·polare della civiltà occidentale, entrava in crisi. Veniva n1eno il punto fermo al di sopra della ~toria, la pietra di paragone della corrente de_l tempo. Ad essa si sostituiva la « stor-ia universale >>.I-Iegel infatti integrava la sua filosofia politica con la massima solenne: « la storia universale è il tribunale universale>). In realtà Hegel non rinunciava al giusnaturalismo, riteneva anzi d'averne inverata l'esigenza attraverso la sua «conciliazione» col mondo storico. Fu la scuola storica del diritto, dal Savigny ai suoi seguaci, ad affermare un risoluto ed integrale storicismo, generalizzando, come scrisse il Giercke, i contributi imperituri che il concetto di diritto ha ricevuto dalla dottrina giusnaturalistica. Ma tale «generalizzazione», come lo stesso Giercke acutamente avverte, poteva risolversi nella negazione dell'idea del diritto in una rinnovata professione di relativismo e di scetticismo, nel qual caso « il diritto naturale avrà percorso inutilmente i molti secoli della sua storia come un vano giuoco del1a fantasia umana>). Non v'è chi non veda, quale che sia la sua posizione personale, che il pericolo additato dall'illustre storico e giurista è ormai una realtà storica e scientifica. La situazione spirituale del nostro tempo spiega così come sia venuto crescendo il bisogno di ritornare alla meditazione teoretica ed all'indagine storica dei complessi problemi del giusnaturalismo. Ciò è avvenuto anche in Italia dietro lo stimolo dell'insoddisfazione - come scrisse il De Ruggiero - verso lo storicismo romantico nelle sue diverse forme. Non può dirsi però che il movimento di reazione, spesso ispirato da nobili e sincere esigenze politiche e morali, abbia portato, finora, a risultati compiuti. L'elaborazione dei principi appare tuttora non priva di significative incertezze. Nel suo ultimo volume La restaurazione del diritto di natura (Neri Pozza, Venezia, 1959) il compianto Carlo Antoni ha esposto i frutti della sua assidua, approfondita, meditazione intorno allo storicismo ed ai suoi problemi. La revisione di Antoni è maturata attraverso il ripensamento della filosofia politica di Croce, di cui già aveva dato prova nel suo Commento a Croce, proponendone un'interpretazione fondata sul principio dell'individualità. A proposito del rapporto tra morale e politica, egli riprende ora la tesi di Ernst Troeltsch, secondo cui l'idea del diritto naturale aveva significato nella storia dell'Occidente la mediazione tra l'etica cristiana ed i valori politici e sociali. Può essere interessante osservare che, in un suo saggio di vent'anni fa, Antoni aveva giudicato improponibile la tesi secondo cui il diritto naturale rappresentava la [118] Biblioteca Gin.o Bianco
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