.l ... per un completo bacino fluviale, interessante molti stati, e l'avvenire e il benessere di milioni di cittadini. Una pianificazione che tocca e vivifica tutte le forme d'attività umana ». Finalmente la concezione, che tutta l'azione rooseveltiana mostra, dei poteri federali e della Presidenza (« la Presidenza non è semplicemente una carica amministrativa ... È soprattutto un posto di guida morale »), della necessità della mediazione pubblica e dell'intervento · pubblico nella vita economica e nelle lotte sociali, della collaborazione tra potere federale e poteri statali, non può essere ridotta a questione di temperamento, ma è sicura espressione di una visione politica matura e consapevole. Su questi punti v'era come una ripresa della concezione hamiltoniana del federalismo, un ritorno allo spirito genuino del j acksonismo contro la lettera del pensiero di Jackson. La rivoluzione rooseveltiana ha mutato il volto degli Stati Uniti: basta considerare alcune cifre ed alcuni fatti per rendersene conto pienamente. Nel 1933 A. Berle Jr. e G. Means pubblicavano un libro impressionante, The modern corporation and private property, nel quale dimostravano che le duecento maggiori società americane controllavano la metà della ricchezza totale delle società industriali e prevedevano che al ritmo di incremento degli anni 1909-1929 avrebbero controllato entro il 1950 il 70% di quel totale. Ora, eliminando le ferrovie, che sono oggi in stato fallimentare, e le imprese di ser·- vizi _pubblici, che sono sottoposte a rigorosi controlli, quelle duecento società diventano 106: queste 106 società, che controllavano nel 1929 circa il 40% delle attività delle società industriali, ne controllano oggi solo il 27 %: al posto di un aumento del 30% una diminuzione del 10% ! Le società anonime sono anch'esse profondamente mutate: la pressione fiscale le costringe a spartire gli utili col governo; le leggi impongono una completa pubblicità di tutte le loro operazioni, fissano i salari minimi e la durata della giornata lavorativa, impongono un quadro dei rapporti coi sindacati, regolano serrate e scioperi; l'evoluzione economica ha portato ad una differenziazione sempre più spinta tra proprietari e dirigenti;· la legislazione sulle holdings e quella antimonopolistica hanno distrutto imperi troppo potenti e ne hanno ridimensionato altri. Ancora: nel 1929 i maggiori reddituari percepivano il 35 % del totale del reddito disponibile, mentre nel 1952 ne percepivano solo il 16%; al lato opposto della piramide le famiglie con un reddito inferiore ai duemila dollari annui sono diminuite dal 41 % del totale, nel 1929, al 19% nel 1954-58. Il numero degli assicurati per la vecchiaia è passato da 35 milioni nel 1940 a 68 milioni nel 1956; quello degli assicurati contro la disoccupazione da 25 milioni nel 1940 a 39 milioni nel 1956. Finalmente, spostamenti giganteschi si sono verificati dall'uno all'altro settore dell'economia (l'agricoltura che occupava nel 1930 il 22 ?lo della manodopera nazionale ne occupa oggi solo il 10%) o dall'una all'altra « sezione >> del paese (oggi solo il 60% della popolazione negra degli Stati Uniti, contro il 90% di venti anni fa, abita negli Stati del Sud), con conseguenze vistose su fatti come l'urbanesimo e i rapporti razziali. Ed è mutato il clima ideologico e politico: la polemica sulla Corte Suprema, [115] - 1bliotecaGjno Bianco,
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