I MARIO EINAUDI, La rivoluzione di Roosevelt: 1932-1952, Einaudi Editore, Torino, 1959. Il ventennio tra il 1932 e il 1952, tra la prima elezione di Franklin Delano Roosevelt alla Presidenza degli Stati Uniti e la vittoria del Partito Repubblicano guidato dal gener~le Eisenhower dopo quattro lustri di ininterrotto potere dei democrati- . ' . . c1, rappresenta un autentica, gigantesca riv~luzione, paragonabile, per l'importanza e la dimensione dei risultati, all' altra grande rivoluzione di questo secolo, a quella che nel '17 portò al potere, in Russia, il Partito Bolscevico. Pei risultati soltanto, però: perchè - ed in questo appunto consiste la sua originalità, per non dire la sua unicità, ed anche ciò per cui ~ssa appare ai nostri occhi più umanamente grande e alle nostre menti più incomparabilmente degna di restare come un esempio ed una lezione - la rivoluzione rooseveltiana fu una rivoluzione compiutamente democratica. Quando Roosevelt pronunciò il suo discorso d'inaugurazione~ in una squallida giornata del marzo 1933, vi fu chi vaticinò nel nuovo presidente un dittatore : per paradossale che ciò possa sembrare, in questo giudizio s'incontravano Hoover, l'avversario sconRECENSIONI fitto che, durante gli anni terribili succedutisi allo scoppio della crisi e durante la campagna elettorale, era apparso, senza discussione, il leader del repubblicanesimo conservatore, ed Edmund Wilson, un distinto critico e scrittore, che, con altri intellettuali, aveva dichiarato pubblicamente che occorreva votare per il partito comunista. Ora, mutan1enti intervennero, negli anni successivi, nell'economia e nella società americane; una nuova concezione o per meglio dire un'audace ed intelligente ripresa di una vecchia concezi?- ne del governo e del potere federale trionfò; si verificò addirittura una rivoluzione costituzionale: pure, tutto ciò avvenne nella libertà, e gli Stati Uniti restarono un paese libero, anzi, conformemente alla loro tradizione secolare, restarono il più avanzato laboratorio della democrazia. I conservatori arrabbiati e gli occasionali compagni di viaggio dei comunisti (folgorati sulla via di Mosca appena un momento prima dei grandi processi staliniani) avevano ragione in un cosa soltanto: con quel discorso di inaugurazione del marzo '33 andava al potere una forza che li avrebbe spazzati via, inesorabilmente, dalla vita politica americana. Ciò che bisognava creare subito - ed il [111] ibliotecaGino Bianco
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