Nord e Sud - anno VI - n. 61 - dicembre 1959

divergenze toccava110i tempi dell'operazione e non la sua sostanza e dipendevano da contrasti su opportunità tattiche piuttosto che da diversità ideologiche. Quanto al fondo della questione, quanto, cioè, alla demolizione dello Stato liberale come obiettivo finale del cattolicesimo politico italiano, l' on. Andreotti, ad esempio, l;;isciava intravvedere abbastanza chiaramente di essere d'accordo con l'on. Tambroni o con l'on. Sullo. Le vecchie aspirazioni della sinistra di tanti anni fa, della sinistra di ispirazione dossettiana, paiono essere divenute patrimonio comune di tutti i democristiani : Dossetti sembra il vincitore proprio nel momento in cui il suo abbandono della lotta politica è stato come sancito dall'attuarsi della sua vocazione religiosa I · Ora, questa della polemica contro lo Stato liberale è un'idea fissa degli uomini che militano nelle fila dei partiti cattolici i11 Italia (da cui forse il solo De Gasperi - non sappiamo se per la sua provenienza da un paese dove le riform~ giuseppine avevano avuto un'i.µfluenza profonda o per aver bene appresa la lezione del fascismo - era, per così dire, vaccinato): . non sappiamo dimenticare che Luigi Sturzo, nel 1924, quando la dittatura era già praticamente instaurata e si era alla vigilia delle leggi speciali, proclamò che i democristiani di allora, i popolari, non si riconoscevano nello Stato liberale, che erano ad esso estranei e che non piangevano certo la sua perdita. Che poi lo stesso Sturzo nei suoi ultimi anni si sia palesato un difensore strenuo del liberismo economico non può in alcun modo indurre a pensare che l'antico Segretario del P .P. .I. avesse rinunciato alle vecchie riserve: non si può scambiare, infatti, la polemica politica contingente con una revisione dottrinale di primaria importanza. E neppure possiamo dimenticare la tentazione corporativistica che ha sedotto tanti uomini dell'attuale ceto dirigente democristiano, da Taviani a Fanfani, in anni che si vorrebbero considerare lontani, una tentazione che ancora si avverte, a volte, nei loro discorsi, sia pure ad uno stato solta11tovelleitario. Sbaglia chi crede che l'accordo del cattolicesimo col fascismo fosse un fatto puramente tattico o meramente politico, dettato dalla preoccupazione di salvaguardare quell'atmosfera che aveva portato al Concordato o addirittura da spirito di conservazione: nella fumosa velleità fascista di superamento della civilta e dello Stato liberale (qualcosa di cui i fascisti si vantarono assai prima di « inventare >> le dottrine corporative) i cattolici, sia pure a prezzo di qualche volontario equivoco, potevano riconoscere [8] Biblioteca Gino Bianco

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