opinione, spéttavano responsabilità nìàggiori. ln realtà, la denuncia prèse ràpidamente la mano a socialisti e comunisti, impigrendoli in una politica agitatoria di rado interrotta da spunti costruttivi: questi ultimi, anzi, quasi sempre suscitati dalle proposte e dalle riflessioni di quegli individui e gruppi a cui si è fatto cenno. Socialisti e comunisti condannavano così a crisi definitiva gli strumenti da essi foggiati per la politica scolastica - come l'Associazio•ne per la Difesa della Scuola Nazionale (A.D.S.N.), - non appena si fosse verificato un qualche mutamento nella impostazione di quei problemi. Che questa nostra constatazione di una grave lacuna nella politica della sinistra marxista non derivi da una interpretazione faziosa o parziale dei fatti, lo testimoniano le conclusioni sostanzialmente analoghe alle quali è pervenuto, in sede di cauto bilancio, M. A. Manacorda (Il fronte laico della scuola, ne Il Contemporaneo) n. s., 1959, n. 13, p. 77 sgg.). Al tempo stesso che la sinistra marxista era costretta a prendere atto di questo fallimento - e lo scioglimento dell'A.D.S.N. ne era il segno, - gli uomini della sinistra laica sentivano il bisogno, p~r lo svolgimento delle loro tesi, di una più ampia articolazione organizzativa, quale richiedeva la nuova dimensione dei temi da trattare: in ciò è da scorgere la generale premessa che ha reso possibile, nella primavera scorsa, la costituzione di una Associazione per la difesa e lo sviluppo della scuo]a pubblica in Italia (ADESSPI), che vuole raccogliere ed impeg11are intorno ai problemi della scuola tutti quei cittadini che concordino sulla necessità di « promuovere il rinnovamento democratico della scuola nello spirito del laicisn10 ». La mancanza di ogni discriminazione significa che l'associazione, di fatto, comprende tutti coloro che - iscritti o no a partiti - partecipano di quel settore dello schieramento politico che va dai radicali ai comunisti: sì da legittimare una discussio•ne sulle caratteristiche frontiste del nuovo organismo. Escluso che possa essere limitata ad una polemica contro un possibile equivoco, questa discussione ci sembra di qualche utilità solo quando sia stato esaurien- .temente risposto ad un quesito più generale: se l'associazione, così come o-ggi si presenta, sia adeguata alle necessità presenti ed ai fini che istituzionalmente si propone. Se, al momento attuale, la impostazione di una nuova politica scolastica è preliminarmente legata alla sostituzione dell'opposizione di denuncia con una di principi chiari e di concrete proposte alternative, ad una azione sempre più ampia verso l'opinione pubblica, non può negarsi che l'ADESSPI è in condizione di adempiere entrambi ~ compiti. Ce lo conferma, per quanto riguarda il primo, l'aver fondato la sua attività non sulla pretesa di una agitazione di tutti i problemi, ma sulla scelta di alcuni ai quali è opportuno dare la precedenza assoluta; in secondo luogo, il carattere aperto della associazione - potendo ad essa aderire chiunque (abbia o no legami formali con il mondo della scuola) e non essendo tale adesione incompatibile con quella Biblioteca Gino Bianco .(96J ' . I
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