treti, tangibili, accanitamente difesi e, ciò che più conta, di interessi di massa, diversi da quelli dei comunisti. Tutto ciò rende possibile pensare all'apertura di una nuova fase politica italiana, in cui gli antichi spauracchi siano smontati da nuove situazioni di forza e resi utilizzabili all'ampliamento della zona democratica? I pericoli, per la Sicilia, sembrano per certo essere altri che non quello dei « comunisti al potere». Sono essenzialmente quelli derivanti da una impostazione demagogica del problema dell'autonomia e quelli provenienti dal sostanziale immobilismo amministrativo che una situazione così fatta potrebbe imporre qualora, a Roma, si pensasse più a « vendette » che non a ricercare le linee di una convivenza che i fatti hanno imposto. MARCO CESARINI SFOR7 A La scuola pubblica e una nuova associazione * I numerosi provvedimenti relativi all'istruzione pubblica attualme11te in discussione - e particolarmente il piano per lo sviluppo della scuola nel decennio 1959-69, il progetto ministeriale sull'istituzione della scuola secondaria e le proposte per il riordinamento dell'istruzione media superiore e per la riforma di numerose facoltà universitarie - segnano un mutamento della impostazione governativa dei problemi della scuola, che, pur non sottraendosi al legittimo sospetto che nessuno degli scopi finora perseguiti dal partito democristiano risulta sostanzialmente modificato, costituisce una impegnativa occasione per un serio chiarimento dei criteri dell'azione riformatrice. Se la novità, invero rilevante, sia stata determinata da più illuminata volontà di governanti, o non sia piuttosto il riflesso italiano di quella inarrestabile corsa all'istruzione che caratterizza la società contemporanea (e, più ip. generale, quali intenti ed interessi presiedano a questo nuovo corso), è materia che ci ripromettiamo di esaminare in una prossima occasione; ci ~nteressano ora le forme e le possibilità operative delle forze di opposizione, di quelle appartenenti al settore laico e democratico in ispecie. !rifatti, lo schema intorno al quale si era svolta negli anni passati la po1 litica dell'istruzione - da una parte un governo volutamente inerte, co·mplice u11a maggioranza che si rifiutava di ammettere la progressiva involuzione e corruzione della realtà scolastica, dall'altra una opposizione quasi unicamente tesa alla denuncia delle carenze negate, o occultate, e delle manovre facilitate dal generale disfacimento - risulta ormai largamente modificato, se non addì- (*) L'amico Stefano Rodotà ci invia queste considerazioni sul problema della scuola pubblica, che ci sembrano degne di particolare attenzione. Invitiamo coloro che si interessano al problema a farne oggetto di discussjone sulle pagine della nostra rivista. [93] Biblioteca Gino Bianco
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