riato con alcuni uomini politici supposti rappresentanti di categorie lavoratrici non proletarie, in realtà con alcuni intellettuali e dirigenti parlamentari selezionati sulla base d'una rappresentanza astratta (i laici, i sostenitori 1ello stato laico, gli «onesti») molto più che non sulla base d'una rappresentanza di interessi. In realtà i comunisti e i socialisti sembrano aver acceduto, in Sicilia, a una all~anza di cui: I) La classe operaia non detiene la dirigenza. Solo come spauracchio la stampa conservatrice (Il Resto del Carlino) Il Tempo) Il Corriere della Sera, ecc.) ha battuto a lungo sul tasto << Milazzo prigioniero dei comunisti» affermando che « i comunisti sono i veri padroni del governo siciliano>>. Questa interpretazione, alla luce di quanto è accaduto• fin qui, sembra artefatta e volutamente esagerata. In effetti, almeno fino ad oggi) non sembra potersi dire che i provvedimenti (pochi) presi dalla giunta Milazzo, la sua politica generale, la sua « intonazione », giustifichino un'accusa di « frontismo ». Per ora i comunisti non hanno giocato altro ruolo che quello di sgabello o, se si preferisce, di cavalcatura a una classe, un personale e un'attività politica ad essi sostanzialmente estranee. Questo ruolo viene già giudicato pericoloso? Non si accetta cioè l'idea che i comunisti non possono più essere « discriminati » e che, anzi, essi stessi debbono ormai entrare a far parte del gioco nazionale? Si può non accettare queste idee in astratto; ma sarà sempre più difficile non accettarle in concreto di fro•nte alle prospettive aperte dalla distensione internazionale. E' un problema di coraggio•, al solito. Bisogna avere il coraggio· di prendere atto del fatto che ormai, dopo il colloquio Krusciov-Eisenhower, i comunisti sono un elemento determinante della situazione. Si tratta di far loro giocare il ruolo più appropriato, che non può essere, nel mondo moderno e nel civile confronto di sistemi, mentalità e capacità, che un ruolo. subalterno. Si tratta di servirsene, come già ogni uomo politico degno di questo nome ha saputo•, nella storia dell'Occidente, servirsi dei suoi nemici, utilizzarli, metterli al servizio della democrazia. In una situazione internazionale caratterizzata dalla distensione e, insieme, dalla rigida ripartizione del mondo in sfere di influenza (il che esclude la presa di potere da parte dei comunisti che hanno avuto la sfortuna, dal loro punto di vista, di nascere in Occidente: altrimenti sarebbe rimessa in discussione la distensione stessa), in una simile situazione internazionale spetta alle classi dirigenti italiane moderne portare Togliatti, magari in giacca nera, al Quirinale. 2) Il gruppo alleato ai comunisti non è un gruppo di personalità slegate dal movimento reale delle masse popolari, di intellettuali o di difensori di principi astratti. Si tratta di rappresentanti di interessi specifici, con- [92] I Biblioteca Gino Bianco
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