gesto dell'on. Corrao « un atto di impulsività», conclude il suo intervento esortando « il giovane assessore a un ripensamento» ... Un altro deputato democristiano si è rivolto invece all'Arcivescovo, con un telegramma che comincia così: « Grave gesto villania assessore paracomunista Corrao offende sentimenti tutti cattolici catanesi e rappresenta oltraggio nostre civiche tradizioni. .. », affrettandosi naturalmente a dar ampia pubblicità al testo del telegramma per mezzo della stampa. Un terzo parlamentare, infine, si è indirizzato allo stesso Assessore con una « lettera aperta » apparsa sui giornali, nella quale gli rinfaccia che « le autorità, per sua delega invitate alla cerimonia, e i cittadini catanesi erano presenti per far corona non a Lei, ma al nostro beneamato capo della diocesi»; ed esprime il dubbio se « l'eccellentissimo arcivescovo, do-po un simile ingiustificato atto, si degnerà di accettare un suo secondo invito, e altrettanto la maggior parte delle autorità». Della protesta del locale comitato civico abbiamo già riferito, come delle accuse di spirito massonico e giaco·bino in essa avanzate a carico dell'on. Corrao; ma chi ha visto meglio la sostanza storica della cosa, a noi pare, è stato un deputato regi~nale democristiano, il quale ha rivolto un'interpellanza al Presidente della Regione, lam~ntando: che « tale increscio-so gesto » (intendi, dell'Assessore) « non è certamente edificante per un governo che si autodefinisce custode dell'autonomia siciliana e del potere democratico dell'isola, bensi interpreta atteggiamenti e poteri quanto ~eno dittatoriali ormai tramontati dal lontano periodo feudale ». Come si è accennato•, non sono mancati d'altra parte i difensori clell'Assessore ghibellino. Un suo collega di partito e di governo, il barone Majorana della Nicchiara, vice-presidente della Giunta, ha approvato il gesto, osservando che « si era cosi tutelato il prestigio della maggiore autorità civile dell'isola nei confronti dell'autorità ecclesiastica, della quale noi siamo rispettosi, ma dalla quale intendiamo essere rispettati »; linguaggio il cui accento serba 11na fierezza che risale al lame11tato « periodo feudale ». Da parte det seguaci catanesi dell'on. Corrao la questione è stata poi trasposta con abilità sul piano giuridico, mercè una sottile distinzione tra i poteri riconosciuti al Vicario nell'ambito della Mensa Vescovile, e quelli a lui attri .. buiti come membro della Curia diocesana, che è organo interno della Diocesi, e non della Mensa, per concludere che, se l'Assessore avesse fatto la consegna al Vicario, avrebbe stipulato un atto giuridico non valido. Sembra che si voglia continuare così la tradizione di quei causidici meridionali che sostennero le ragioni del Regno nei confronti della Curia con dovizia di argomenti tratti anche dal diritto cano•nico, sempre mantenendo,si riguardosi delle forme diplomatiche e del prestigio dei loro avversari curiali! E si è infine giunti alla battaglia dei m.anifesti murali: ma noi facciamo grazia al lettore delle asserzioni polemiche in essi contenute, e che ripetono i motivi già accennati della disputa politico-giuridico-religiosa. E' però dove- [86] I Biblioteca Gino Bianco
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