Nord e Sud - anno VI - n. 60 - novembre 1959

dei carabìnieri, diversi parlamentari nazionalì è regionali, rapprèsèntanti di associazioni, giornalisti, e, infine, molti curiosi, convenuti per l'avvenimento che si stava per celebrare, e che non era già una commemorazione della presa di Roma e di quella che si disse (impropriamente) « la caduta del potere temporale dei p·api »; bensì era invece la solenne consegna d'una nuova chiesa, ·appena edificata a spese della Regione Siciliana, e dedicata al nuovo Santo, Pio X, che il predetto assessore, on. Corrao, in rapprese11tanza del governo regionale, avrebbe fatto nelle niani dell'Arcivescovo· della città, mons. Benti voglio. Cediamo la parola, per 11n resoconto di come andarono le cose, allo stesso on. Corrao, valendoci della dichiarazione da lui resa alla stampa: « Questa mattina, all'ora fissata, mi recavo sul posto, tro·vando diverse Autorità civili, militari e religiose. Per un quarto d'ora attendemmo la venuta dell'arcivescovo, senza che alcuno ci avesse fatto sapere nulla in. contrario. Sopraggiunse quindi mons. Ciancio, qualificatosi vicario ge11erale della diocesi, al quale chiesi notizie dell'arcivescovo. Mi rispose che egli era il vicario generale della diocesi ed aveva tutte le facoltà di· ordinaria amministrazione, senza precisare se era delegato dall'arcivescovo sulla materia specifica. Risposi che nulla avevo da obiettare alla sua qualità, ma che~ essendo· l'atto di straordinaria amministrazione, e avendo rivolto personale invito a S. E. l'arcivescovo nè avendo avuto disdetta a tale invito, ritenevo opportuno rinviare l'atto a quando l'arcivescovo mi avrebbe fatto conoscere il suo pensiero». Giacchè, come precisò lo stesso assessore in un pubblico comizio tenuto la sera del giorno della mancata cerimonia, « ci siamo astenuti dal consegnare la chiesa di San Pio X, poichè l'assenza del vescovo dimostra che l'autorità ecclesiastica disdegna di ricevere una chiesa, chiesa che abbiamo costruito non per la Curia ma per il popolo». Linguaggio da cancelliere di Federico di Svevia, come si vede. Così fu, dunque; la Chiesa non venne consegnata, le Autorità civili, militari ed ecclesiastiche se n.e tornarono• a casa a meditare sul nuovo XX settembre, l'assessore l'indomani se ne ripartì per Palermo, e la questione venne deferita, per intanto, al giudizio dell'opinior1e pubblica, con dichiarazioni, manifesti, lettere ai giornali, ecc. Ed è a questo punto, e cioè allorquando si è invocato il principio della democrazia, il rispetto del Concordato, la· pubblica approvazione o riprovazione, che l'interesse politico dell'uomo com11ne si risveglia, ed ognuno si sente moralmente autorizzato ad occuparsi della ·faccenda. Giacchè l'episodio dello scontro, o megli(? del mancato incontro, fra Arcivescovo ed Assessore del partito « uscocco » (co1ne viene chiamato, dalla sigla delle iniziali, l'Unione Siciliana Cristiano-Sociale di Milazzo), non esorbita per la verità dalla cronaca della rivalità di partito, e per così dire dalla politica di parrocchia. Si sa che l'alto clero siciliano ha disapprovato la formazione d'un movimento politico seces•sionista dalla Democrazia cri- [84] Biblioteca Gino Bianco

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