Nord e Sud - anno VI - n. 60 - novembre 1959

non marginalmente ed eccezionalmente, e sia putè perchè il tenòte di vita delle popolazioni è modesto, caratterizzato da scarsità di consumi. E' inutile qui riportare cifre che i cono~citori della materia già cono-- scono: importa invece trattare brevemente il tema che ci siamo prefissi, dando la dimostrazione di quanto dichiarato. La massa della popolazione attiva meridionale è addetta all'agricoltura e trae da essa la sua alimentazione ed ogni sostentamento, lavorando terra per la più parte arida, suddivisa, anzi « frantumata », in minuscoli appezzamenti privi di ogni unità ed organicità aziendale. Si tratta infatti di oltre 3.500.000 partite catastali, escluse quelle site in montagna, di superficie inferiore a 50 ha., in ragione numerica del 99% del totale (che scende al 55 in rapporto alla superficie): su questi infiniti poderuzzi si affannano mili?ni di salariati, affittuari, mezzadri, compartecipanti, coltivatori diretti, carichi per la massima parte di famiglia numerosa. Il loro reddito è infimo, un terzo appena rispetto alla media nazionale; le loro possibilità di acquisto sono . . . 1rr1sor1e. Tutto quello che i campi producono serve al sostentamento della famiglia ed al reimpiego a scopo produttivo, dovendosi considerare i pochi prodotti smerciati alla stregua di uno scambio (che di fatto avviene non di rado: anche le notule ai medici e le parcelle agli avvocati sono spesso pagate in natura) con altri prodotti essenziali, calzature, vesti, attrezzi, ecc. La Cassa per il Mezzogiorno, affrontando il grave proble1na del proletariato contadino ha necessariamente dovuto circoscrivere le zone di intervento, lasciando così fuori del suo influsso tutto il vastissimo territorio non direttamente compreso nei comprensori di bonifica. Buona parte delle plebi rurali del Sud è rimasta in tal modo estrorr1essa dai miglioramenti operati dalla Cassa. E perchè questa maggioranza di popolazione non restasse diseredata per sempre, si è cercato di aiutarla con l'irrigazione, la bonifica montana, genericamente con interventi tecnici e finanziari di ogni specie e tipo, per il miglioramento del reddito agricolo. Con. enormi sforzi - di cui i 99 miliardi recentemente stanziati sono un modesto esempio - lo Stato cerca di mettere in condizione gli agricoltori (tutti, e quindi anche quelli del Mezzogiorno) di produrre di più. Per questo fine gli esperti non hanno che due soluzioni da proporre, salvo che non si pensi di abbandonare la lotta che interessa così vitalmente oltre dieci 1nilioni di persone La prima consiste nella intensificazione della produzione esistente (la « battaglia del grano» ...), con tutti gli accorgimenti tecnici suggeriti dalla scienza e d.alla pratica. La seconda punta sulla trasformazione più o meno rapida e radicale delle c~lture, per cui al posto dei cereali dovrebbero esservi frutta, verdura, [77] Biblioteca Gino Bianco \

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