agli imprenditori, sia alle autorità straniere. Nè il mandatario, nè gli operai potranno essere puniti o congedati in dipendenza di quanto si riferisce a questo fatto». Oggi il (< mandatario » si chiamerebbe « delegato- sindacale» o rappresentante della commissione interna; ma, se prendiamo il caso di un certo numero, per non dire della maggior parte, delle imprese edili (che lavorano attualmente a pi.eno ritmo), vediamo eh.e in molti casi la percentuale di effettivi italiani tra gli effettivi globali dell'impresa ascende, grazie a deroghe particolari concesse dal ministero alla professione, al 90%, senza che per questo esista un rappresentante dei lavoratori italiani. Quando, alcuni mesi or sono, gli operai che lavoravano in uno dei cantieri di una grossa società edilizia della regione parigina manif estaro no per ottenere certi miglioramenti sindacali (in particolare per una questione di alloggio sulla quale torneremo) dovettero ricorrere allo sciopero, per farsi ascoltare, non avendo rappresentanti degni di questo nome in seno alla commissione interna. La situazione di quegli operai, infatti, era la seguente: 250 italiani e 12 « francesi musulmani algerini». Solo questi ultimi avevano il diritto di essere eletti. .. Per restare nel campo dell'assistenza agli emigrati, giova ricordare un doloroso fenomeno, collegato certo alla crisi degli alloggi esistente in Francia, e che è quello dei « Foyers du Batiment ». Sono, questi, grandi centri che raggruppano più case po•polari costruite in massima da operai italiani alla periferia di Parigi. Le case non sono state ancora attribuite ai loro futuri inquilini, e servono quindi da allo·ggio ai muratori italiani che le hanno costruite e che sono ora occupati in altri lavori edili in città. Glli appartamenti sono di due stanze più un cucinino e un bugigattolo nel quale è installata la doccia: ogni operaio paga seimila franchi francesi di affitto, il che non sarebbe nè caro nè strano, se i muratori non fossero costretti a vivere in otto-dieci per ogni appartamentino. Di più, le case popolari che servono da « Foyers du Batiment » sono cintate: l'ingresso non è libero, i muratori che vi abitano, non po·ssono• ricevere visite nè maschili nè femminili, non possono rientrare dopo una data ora, e gli spacci che si trovano all'interno di questi veri e propri campi di concentramento (e che sono gestiti tutti da un'unica persona, la quale ha ricevuto in appalto gli empori) non vedono tutti i giornali, ma solo quelli che paiono graditi alla direzione dei « Foyers ». Così, per esempìo, un giornale italiano edito a Parigi ed ora scomparso, La Voce d'Italia) era stato vietato all'interno dei « Foyers », per avere tentato una volta di attirare l'attenzione delle nostre Autorità consolari e diplomatiche sulla scandalosa situazione di quei nostri connazionali cui si rifiuta persino la visita dei rari assistenti sociali. La denuncia del giornale, del resto, è servita solo a far distribuire dalla nostra Ambasciata di Parigi una manciata di « Stelle della solidarietà italiana » ai responsabili di quello stato di cose. Un altro esempio di campi di concentramento per i nostri emigrati è quello offerto dagli alloggi forniti da una Biblioteca Gino Bianco [68]
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==