Tutte le paludate dichiarazioni dell'on. Moro sull'antifascismo della DC e tutte le pateticlie lamentazioni dell'on. Segni· sull'indipendenza del suo governo non riescono a nascondere la verità: i "franchi tiratori" sono al governo, i fascisti fanno parte della maggioranza parlamentare, gli amici del/' on. Andreotti e del maresciallo Graziani hanno fatto parte della maggioranza congressuale di Firenze, i "dorotei" si sono finora battuti in difesa di un indirizzo politico che è gradito ai "franchi tiratori", ai fascisti, agli amici del/' on. Andreotti e del maresciallo Graziani, ed è · da tutti costoro caldeggiato. · Tutto questo - come ha giustamente rilevato Eugenio Scalfari sull'Espresso - è stato in conseguettza della paura di "affrontare il grosso problema che da cinque anni sta al fondo della crisi democristiana: il problema del partito socialista italiano". Tutto questo - come ha giustamente rilevato l'on. Pieraccini il giorno stesso in cui si concludeva il congresso - è avvenuto malgrado che i delegati fossero in grande maggioranza orientati verso le posizioni di ce1itro-sinistra. Se si tiene conto di quest'ultimo dato - e di quello relativo alla incomoda posizione in cui si trovano i dorotei, dopo Firenze ancora più che prima di Firenze - si può anche presumere che la politica di centrosinistra risulta essere, oggi più ancora di ieri, il solo obiettivo possibile per tutte quelle forze democristiane che non possono accettare questa situazione e sono risolute ad uscire dal cosiddetto "stato di necessità": in questo senso, dunque, potrebbe e dovrebbe prima o poi orientarsi anche una parte della corrente "dorotea ": tutti coloro, fra i "dorotei" appunto, che non si rassegnano a essere caratterizzati definitivamente come degli andreottiani di complemento. Naturalmente è necessario che anche i partiti di centro-sinistra operino in questo senso, per allargare, cioè, e rendere più attuale la ,prospettiva di una nuova maggioranza; ma, per quanto concerne questo aspetto della situazione politica, la convergenza dei giudizi specifici e della linea generale che la Voce Repubblicana e La Giustizia hanno espresso in occasiotte del congresso della DC ci consente di sperare per il meglio. I momenti migliori per la democrazia italiana sono stati quelli in cui il Partito repub- !Jlica,-10e la Socialdemocrazia sono riusciti a coordinare l,t loro azione verso comuni obiettivi. [5] Biblioteca Gino Bianco
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