era del tutto diverso: l'operaio, nella bottega, era il protagonista dell' at~o creativo, dall'inizio alla fine, dalla materia prima al manufatto;. nei riguardi del prodotto che aveva tra mani, era come per un figliolo che gli venisse crescendo innanzi, passo dietro passo, sino a che, compiuto e perfetto, appariva in grado di spiccare il volo; si ricominciava allora daccapo; ma ogni volta era qualcosa di nuovo, e di affatto diverso. Inauguratasi, invece, l'epoca del lavoro in serie e parcellato, costretto, ~sia, a produrre sempre i medesimi oggetti secondo pochi modelli prefissati e a prender parte - come abbiamo detto sopra - ad uno soltanto fra gli infiniti atti nei quali il processo produttivo viene oggi scomposto e suddiviso, l'operaio in numerosi casi non porterebbe più amore al suo lavoro e al luogo ove si svolge la sua fatica. Il regime patriarcale e familiare della bottega artigiana, dove i rapporti fra il maestro e i discepoli - che vivevano nella sua stessa casa e partecipavano alle sue medesime ansie e gioie - erano oltremodo intimi ed affettuosi, è stato sostituito da quello duro e, anzi, spietato, della fabbrica moderna, dove una barriera di incomprensioni e di rancori separa le maestranze dalla proprietà. La faccenda desta preoccupazioni soprattutto nei Paesi a forte livello industriale, presso cui si vengono studiando gli opportuni rimedi. Le vie seguite - basterà qui accennare a quelle maggiormente indicative fra di esse - sono varie e diffqrmi: un gruppo di studiosi, ad esempio, ha accre- , ditata, oltre Atlantico, la formula della così detta « integrazione psicologica del lavoratore nella fabbrica >>. L'obiettivo, in tale evenienza, consiste nel ricondurre l'operaio dalla posizione marginale in cui è venuto a trovarsi, _nuovamente verso il cuore del processo produttivo, cioè nel reinserirlo :11el circolo vitale. Di qui i grafici esposti in molte officine americane, volti a - rendere conto dell'attività di ora in ora svolta, allo scopo di dare la certezza, pure ai più umili collaboratori che non vedono e non sanno nulla all'infuori del piccolo settore cui sono adibiti, che è anche in conseguenza del loro apporto, in apparenza modesto, se vengono prodotti durante la giornata tante locomotive oppure tante automobili. Altrove, sempre oltre Atlantico, in questi ultimi tempi si è cominciato a ricorrere alla pratica del counselling. La psicanalisi ha fatto così il suo ingresso nella fabbrica: speciali counsellorf hanno il compito di ricevere gli operai nelle apposite sale di consultazione e di ascoltare le loro lagnanze, allo scopo di liberarli dall'angoscia, in seguito a questo o a quell'altro so~ (53] Biblioteca Gino Bianco .,
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