Nord e Sud - anno VI - n. 60 - novembre 1959

nema. ò teatro, la inaugurazione di una nuova biblioteèa, sono imprese relativamente agevoli nelle città; per il fatto che le popolazioni urbane vivono addensate in un ristretto spazio è possibile fare affidamento su di un gran numero di persone in grado di apprezzare e concorrere al successo di tali iniziative. Nella campagna, invece, dove la densità della popolazione è assai minore, la faccenda finisce con l'assumere prospettive differenti, originali e varie da caso a caso : una biblioteca popolare, ad esempio, ad uso e consumo della classe rurale dovrebbe di necessità essere circolante, nel significato angusto e tecnico della parola, ed esige l'impiego di una notevole quantità di automobili allo scopo di effettuare il prestito e la distribuzione dei libri a domicilio. Tuttavia, anche nel settore agri- , colo saremmo vicini a radicali mutamenti; il crescente processo di meccanizzazione dell'agricoltura, per esempio, sarebbe sul punto di provocare pure qui conseguenze della massima importanza, analogamente a quanto è avvenuto altrove. Il tempo libero, poi, si risolve in un deciso contributo alla nascita del - nuovo <<umanesimo», verso cui l'umanità si sta avviando per iniziativa soprattutto della macchina e della rivoluzione tecnologica in corso da cento- . ' . c1nquant anni a questa parte. Sulle macchine e sul macchinismo sono diffuse in numerosi ambienti idee erronee ed inadeguate, segnatamente per iniziative di scrittori e di letterati, che, al solito, si sono lasciati ingannare dall'apparenza, in luogo di guardare alla sostanza. Ha contribuito anche il cinema ad accreditare presso la maggioranza una immagine del1a macchina, del macchinismo e della rivoluzione industriale, affatto inadeguata ed arbitraria. Il film è Tempi moderni, e l'operaio Charlot. Costui, costretto a compiere, in una fabbrica moderna e razionalizzata, ognora la medesima operazione, a ripetere invariabilmente gli stessi gesti, alle prese~ insomma, con un lavoro affatto eguale e monotono, fi11iscecon il dover rinunciare alla sua personalità. Allorchè, infatti, al termine della giornata, uscito dall'officina, dovrebbe ritornare, alfine, un uomo libero, non riesce a scrollarsi di dosso la schiavitù della macchina, seguita, cioè, ad atteggiarsi come se si trovasse ancora di fronte alla « striscia », e, in conseguenza, il suo corpo - per ·via, in casa, e persino durante il sonno - continua a sussultare ad intervalli regolari, (51] Biblioteca Gino Bianco

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