Nord e Sud - anno VI - n. 60 - novembre 1959

Editoriale Sono due, ci sembra, gli interrogativi che il Congresso di Firenze della Democrazia Cristiana ha lasciato senza risposta. Il primo di essi concerne la durata del governo dell' on. Segni; il secondo concerne i rapporti ch·e corrono oggi, o potrebbero correre domani, non solo tra .il gover12•0e la segreteria del partito, ma anche tra la maggioranza "dorotea" e la minoranza "fanfaniana" del Consiglio nazionale eletto a Firenze. Esaminiamo anzitutto l'interrogativo che concerne la durata dell'attua/,e governo: potrebbe darsi, tra l'altro, che, quando questo numero di "Nord e Sud" sarà pubblicato, esso abbia già ricevuto risposta dagli eventi. È vero che a Firenze le forze che hanno dato origine al governo dell'on. Segni, dopo auer liquidato o archiviato il tentativo dell'on. Fanfani, non sono risultate sconfitte; ma non si può neanche sostenere, se non a fini tendenziosi, che esse abbiano "vinto". Nel momento in cui scriviamo, per esemfJto, non sappiamo quali conseguenze saranno dedotte - dall'una e dall'altra parte interessata - per il fatto che taluni collaboratori dell'on. Segni, e non fra i meno autorevoli, si sono schierati in congresso a fianco · dell'on. Fanfani, dichiarando, tra l'altro, di auspicare una serie di risolute iniziative, dirette a conseguire tre obiettivi politici immediati: 1) tagliare le unghie ai monopoli; 2) liberare il partito dal "ricatto dei gruppi, di pressione"; 3) condannare, insieme con i franchi tiratori, anche coloro che hanno in vario modo contribuito a creare il "clima adatto" perché, alle spalle dell'on. Fanfani, venisse consumata la nota azione di cecchinaggio parlamentare. Queste sono dichiarazioni politiche che meritano il più caloroso consenso; esse confermano, peral,tro, ù giudizio che abbiamo sempre dato del governo Segni, della sua origine, della sua attività; d'ora in poi, contro [3] .Bi lioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==