,,. si elevava considerevolmente fino a toccare insopportabili livelli il mercoledì, secondo taluni, e il giovedì, a parere di altri. Di qui l'iniziativa, ad opera di un gruppo ,di studiosi, intesa ad introdurre, in aggiunta alla domenica, un altro giorno di riposo intercalato fra il lunedì e il sabato. Per quanto, poi, concerne il periodo lavorativo quotidiano, le relative ricerche, anche sulla scorta degli incidenti occorsi nella fabbrica, concludevano che la maggiore stanchezza presso gli operai insorge nella prima ora della giornata, in relazione alle difficoltà a rimettersi in sesto e ad ingranarsi nell'attività giornaliera dopo la pausa notturna, e, naturalmente, verso il mezzogiorno e nel tardo pomeriggio. Comunque, erano stati messi in evidenza l'errore e il ,danno - sia agli effetti della salute dei lavoratori, come nei confronti del loro rendimento - che discendevano dall' eventuale ricorso al lavoro straordinario, alle così dette ore supplementari. Del res~o, già la prima guerra mondiale .aveva contribuito a far compiere alcune interessanti scoperte in questa direzione, allorché, a causa delle esigenze belliche, era stato richiesto all'intera nazione uno sforzo ben più ampio che quello di pace, e i lavoratori avevano risposto patriotticamente all'appello, inflazionando la loro giornata di lavoro sino magari a quattordici ore di attività ininterrotta, o quasi. L'inchiesta condotta dal Ministero inglese delle Munizioni dal 1915 al 1917, sotto il controllo di una commissione composta di scienziati, rappresentanti governativi, padronali e dei lavoratori, aveva messo in evidenza che il prolungamento . della giornata lavorativa oltre un certo limite conduce ad una perdita «netta», ad un aumento soltanto degli incidenti e ,degli infortuni. Anche la precedente esperienza, fatta da Ernst Abbe nel 1906 presso gli Stabili- , menti ottici Zeiss di Jena; era sortita a risultati analoghi: in quell'occasione, infatti, la diminuzione del periodo di lavoro giornaliero da nove ad ... otto ore si era risolta, contrariamente alle previsioni della maggioranza, in un incremento della produzione e in un aumento di guadagno da parte dei lavoratori, che in uno spazio di tempo più breve forni vano un rendimento qualitativamente e quantitativamente migliore. Allo scopo, poi, di ritardare il più oltre possibile, durante il periodo di lavoro quotidiano, il momento in cui le forze dell'operaio comip.ciano a declinare e sopravviene il fenomeno negativo della stanchezza, gli scienziati avevano preso in considerazione l'espediente di riposi ad intervalli brevi e frequenti, in linea di massima di cinque minuti dopo ogni ora. I Biblioteca Gino Bianco [38] .
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