Nord e Sud - anno VI - n. 60 - novembre 1959

che va dal richiamo allo storicismo tedesco (R. Aron) fino ad un approccio apertamente marxistico (H. Lefebvre). In complesso, durante l'entre-deuxguerres, la sociologia europea resse male o non resse affatto alla pressione di un pensiero filosofico portatore di concetti profondi e originali sulla condizione e sui problemi dell'uomo. L'umanesimo europeo di quel periodo (ripetiamo: ·Croce, W eber; aggiungiamo Bergson, ma è possibile fare, come s'intende, ancora altri nomi) non poteva essere messo in causa senza un approfondimento essenziale di .alcuni fondamentali problemi epistemologici e storico-critici che non solo la sociologia, ma nemmeno la filosofia europea di quel periodo diede : e si può largamente discutere se fino ad oggi abbia dato. È in questa prospettiva di fondo che si deve guardare alle sorti della sociologia italiana e tedesca in quel periodo, per ]a parte naturalmente in cui non fu determinante l'influenza della abnorme e degenere situazione politica, la quale precluse in ,ogni caso agli studi sociologici (ma assai più in Germania. che in Italia) anche la via e il rifugio del lavoro empirico di osservazione e ricerca. D'altronde, se la dittatura nazista e fascista aduggiava Italia e Germania, non era ottima, dal punto di vista etico-politico, neppure la situazione francese. Aron ha potuto scrivere, a ragione, che « durante tutto questo periodo i francesi mancavano di curiosità riguardo alla loro società, erano prigionieri di un riflusso conservatore, abituati alle pratiche della Terza Repubblica, che non amavano abbastanza per trasfigurarla, nè detestavano abbastanza per sezionarla anali-· ticamente o rivoltarsi contro di essa >> (6). Così un insieme di complesse componenti culturali e politiche cospirava a compromettere la sorte degli studi sociologici europei sia dal punto di vista della costruzione concettual~, sia, soprattutto, dal punto di vista dell~ ricerca sociale. La fine della seconda guerra mondiale ha portato, in questo quadro d'insieme, innovazioni radicali. Il fenomeno più appariscente è stato senza dubbio costituito dalla << americanizzazione >> delle sociologie europee. « Quando nel 1945 :finisce la guerra, la sociologia francese si deve ricostituire su basi nuove. Un movimento di reazione distoglierà per breve tempo i "giovani" dall'insegnamento di Durkheim. Essi si vo~gono a1le discipline e ai metodi_allora fiorenti negli Stati Uniti; per questa generaz~one, "ricerca" diverrà la parola più importante. Le ''ricerche" verranno (6) lvi, pg. 18. [23] Bibl"oteca Gino Bianco , .

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