Nord e Sud - anno VI - n. 60 - novembre 1959

ebbero una più intensa problematicità tecnico-metodologica negli Stati Uniti. Nell'uno o nell'altro caso il risultato fu però identico; e ha dato luogo ad una diffusa esigenza di nuove sistemazioni teoriche che evitino i pericoli di un empirismo relativistico non meno deprecabile dell'assolutismo positivistico; i pericoli cioè di una immensa rete di ricerche così particolari ed analitiche da perdere ogni rilevanza di carattere scientifico ed anche sociale (3). È quello che, in un articolo già pubblicato in traduzione italiana nel 1958, Th. B. Bottomore notava per l'Inghilterra: « Dal presente resoconto sulle attuali condizioni della sociologia in Gran Bretagna risulterà come siano state compiute moltissime ricerche empiriche, e inoltre come queste siano state per lo più volte ai problemi pratici che emergono direttamente da mutamenti delle nostre strutture sociali. Sembra , invero a molti sociologi che lo sviluppo della ricerca empirica abbia forse oltrepassato il progresso della chiarificazione teorica; ed è diffusa la sensazione che sia ormai tempo di dedicare maggior attenzione ad alcuni dei problemi cen~rali della teoria sociologica>> (il corsivo è nostro) (4). Ed è quello che K. Mannheim (5) rilevava venticinque anni or sono a carico della sociologia americana ( « Mi sembra che la sociologia americana soffra di eccessivo timore delle teorie, di un ascetismo metodologico che o impedisce la produzione di teorie generali o lascia tali teorie come sono, isolate dalla ricerca pratica )); anche qui il corsivo è nostro) e che fu vero ancora per molto tempo dopo. Nei paesi europei, invece, la liquidazione del positivismo si tradusse in un destino degli studi sociologici che oscillò fra un prevalente disinteresse ed una sorta di torpore soltanto a sprazzi ravvivato da episodi brillanti. Disinteresse si ebbe per lo più in Italia e in Germania come effetto dello sforzo dei inaggiori pensatori di tali paesi per sussumere esigenze e problemi della sociologia sotto categorie di robusta e, a ben vedere, non infeconda ispirazione filosofica. È facile richiamare, a questo proposito, i nomi di Croce e di M. Weber soprattutto (ed anche di Gentile e Dilthey). Torpore o ristagno si ebbe per lo più in Francia, fra una prosecuzione sempre più stanca dell'ultimo grande positivismo che il paese ebbe in sociologia, quello di E. Durkheim, ed una tendenza revisionista (3) lvi, pg. 354-55. (4) BCM 540, pg. 125-26. (5) Cit. ivi, pg. 322~ Biblioteca Gino Bianco [22] .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==