zogiorno, come afferma l'on. Barbi, il 40% dei suoi investimenti complessivi; o se si tratta soltanto del 40% rispetto ai suoi investimenti in Italia, rimanendo fuori del conto i cospicui investimenti dell'ENI nel Medio Oriente e nel Maghreb. E circa questi ultimi investimenti dobbiamo ancora formulare le nostre riserve, sia dal punto di vista della politica estera, sia dal punto di vista della politica economica che vorremmo veder perseguita dai gov~rni del nostro Paese. Ma non possiamo non essere con l'ing. Mattei, e non possiamo non considerare quanto mai positiva la sua politica, quando essa si propone di fornire finalmente al Sud una energia a buon mercato e quando essa promuove l'industrializzazione delle zone in cui hanno avuto luogo i ritrovamenti del metano e del petrolio. E sappiamo benissimo come la polemica di stampa, aggressiva e diffamatoria, che si conduce contro l'ENI, è determinata proprio dalla preoccupazione di interessi costituiti, antimeridionali e antinazionali, per l' eve11tualità che l'obiettivo di fornire al Sud energia a buon mercato possa essere veramente perseguit<?.Vorremmo, perciò, che almeno .i giornali dell'Italia meridionale - e quei giornalisti che sono meno zelanti servitori dei padroni, e che pure a volte si associano nella polemica contro l'ENI, perchè assimilano in buona fede gli argomenti tendenziosi che altri diffondono ininterrottamente e con i mezzi più cospicui (8) •- tenessero conto di giudizi come quelli dell'on. Barbi e dell'Economist che abbiamo ora riportato. Se però dell'ENI si può dire che, rispetto all'anno scorso, « ha operato notevolmente e fecondamente... secondo lo spirito della politica meridionalista >>, un discorso assai diverso, e assai grave, deve essere fatto a proposito dell'altro principale Ente di gestione che dipende dal Ministero delle Partecipazioni Statali. Per l'IRI, infatti, un altro anno è stato perduto. Da un lato il Ministro afferma che è necessario l'intervento dello Stato « nelle zone sottosviluppate del Sud, non solo come soluzione di un problema settoriale, bensì come mezzo per eliminare una situazione di squilibrio che investe tutto il sistema economico nazionale )). Da un altro lato (8) Si vedano i volumi « Stampa e oro nero » che l'ENI stesso ha opportunamente pubblicato per fornire una documentazione esauriente, agli osservatori politici di oggi e agli st~rici di domani, della vasta campagna di stampa (fino al 1956) condotta con ogni mezzo contro l'impresa petrolifera dello Stato al fine di ostacolarne l'attività e . lo sviluppo. Effettivamente, viste a distanza di tempo, previsioni e critiche si rivelano, alla luce dei risultati conseguiti dall'ENI, quanto mai tendenziose, Biblioteca-Gino Bianco [12] ,
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