Nord e Sud - anno VI - n. 60 - novembre 1959

• lo sappiamo; sarà un problema di esigenze di mercato da individuare: lo studieranno gli esperti; sarà un problema di fonti di energia, in loco, per la domanda delle nuove dotazioni industriali: risponderanno a questo quesito le partecipazioY!,i statali e l'iniziativa privata. Il fatto resta, comunque, sempre determinante, sì da richiedere l'intervento delle cosidette industrie statali. Si determinerà, allora, come si determina, sul piano concorrenziale, una competizione che n.on potrà che giovare alle regioni meridionali. E passiamo ai fatti, prem,ettendo che intendiamo per Mezzogiorno d'Italia quel territorio che dalla piana di Salerno al Tavoliere in giù, si estende nel cuore del Mediterraneo, isole comprese. Non è ancora spenta l'eco dello stabilimento petrochimico di Brindisi, sorto ad opera della Montecatini ;pochi mesi dopo, con l'intervento dello Stato, si avvia a soluzione la decisione per il complesso siderurgico di Taranto. Dette iniziative private nel campo dei prodotti chimici, tra Catania e Ragusa, sorgono ad opera della Edison, della Montecatini, della Italcementi; mentre l'E.N.I. interviene in profondità nella piana di Gela alla ricerca del pezioso idrocarburo liquido gassoso,· in competizione con le compagnie straniere, agevolate dal particolare statuto regionale siciliano ad impiantarsi sul territorio dell'isola. Ai principi di quest'anno è circolata la notizia del ritrovamento del metano nella fossa argillosa dei fiumi lucani Bradano e Basento e questa preziosa fonte di energia rappresenterà indubbiamente un elemento di produzione per le iniziative, già menzionate, sorte nella vicina Puglia e per quelle già esistenti nel Napoletano. Abbiamo fiducia che la posizione della Calabria non sarà dimenticata in questa spregiudicata lotta competitiva tra Stato e privati, che si sta sviluppando nel Sud. Rimane però sempre aperto il problema di individuare nella regione calabrese preziose fonti di energia idroelettrica, della quale la regione offre ancora possibilità, nonchè fonti di energia endogena ancora da scoprire, con ricerche da approfondire, ma delle quali esistono indizi sicuri e incoraggianti, vuoi per i primi risultati raggiunti, vuoi per un programma di approfondimento delle ricerche in zone argillose del Crotonese, molto simili a quelle delle fosse bradaniche e del Basento della vicina Basilicata. Intendiamo rivolgere le speranze dell'opinione calabrese anche verso questi possibili successi dell'iniziativa privata, sia nel campo dello sfruttamento delle acque che nella ricerca del prezioso idrocarburo gassoso. Confidiamo quindi molto sulla possibilità delle intraprese di tutti coloro, privati ed Enti, che si dedicheranno alle ricerche di risorse non ancora sfruttate. La notizia della ripresa delle ricerche nel Crotonese, che appare decisa recentemente, non potrà che coronare la speranza per ingrandire gli stabilimenti crotonesi e di alimentare altre possibili iniziative tra Catanzaro e Sibari. La parola alle trivelle che si spingeranno in profondità alla ricerca di quella ricchezza fl16l Biblioteca Gino Bianco

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