Nord e Sud - anno VI - n. 60 - novembre 1959

èsamin1 i problemi derivanti da uh processo cii 1ntegraz1one di aree a differente livello di sviluppo economico. Fondamento del moto di progresso risulta essere la disponibilità dei capitali umani: gli investimenti di formazione degli uomini appaiono quindi non solo come i più produttivi e redditizi, ma anche tipicamente « processivi » - come li definisce il Sauvy -- atti cioè a creare dei posti di lavoro. Se tali investimenti devono dunque godere, in qualsivoglia situazione, di una forte precedenza, priorità assoluta dovrebbe esser loro accordata nell'ambito di una regione economicamente arretrata, specie nel caso in cui essa venga integrata con zone più progredite. (14) Abbiamo così cercato di mettere in luce un movimento d'idee e tendenze sorto recentemente e affermatosi negli stati più autorevoli e responsabili; e pur essendoci limitati a coglierne gli aspetti più semplici, possiamo constatare che l'approfondimento dei problemi connessi al superamento dellé eco- (14) Uguale preoccupazione rivela la relazione del Presidente della Confindustria al\orchè esamina le ripercussioni, sull'economia italiana, della recente apertura del Mercato Comune europeo. Egli infatti pone l'accento sugli argomenti da noi segnalati: « ••. vi sono allarmanti differenze fra la nostra i.Situazione e qucl~a dei Paesi economicamente più evoluti, da imporci ogni sforzo per ridurne l'entità. La spesa pubblica annua per l'istruzione raggiunge negli Stati Uniti i 56 dollari per abitante, i 15 circa in Francia, Olanda e Germania e in Italia è sotto i 9 dollari. Tale divario quasi non esisterebbe ponendo la spesa per l'istruzione per abitante in correlazione coq il reddito pro-capite, ma è da ritenere che i paesi che presentano gravi carenze nel settore dell'istruzione devono compiere i massimi sforzi per attribuire ad essa la maggior percentuale possibile del reddito nazionale. L'analfabetismo negli altri Paesi Occidentali è quasi inesistente; in Italia, sebbene la situazione vada migliorando con una certa rapidità, siamo ancora ad un livello superiore al 12% di analfabeti e semi-analfabeti, piaga cocente che ag .. grava il nostro stato economico e sociale. La situazione è più grave, passando dall'istruzione primaria a quella media. Sulla popolazione dei Paesi del Mercato Comune, il 40% in Germania, il 50% in Francia ed in Belgio è fornito di istruzione per almeno otto anni; in Italia abbiamo appena il 6% della nostra popolazione al corrispondente livello. La -popolazione fornita di diploma di scuola secondaria superiore tocca un'aliquota del 30% in Germania, 20% in Olanda, 10% in Francia ed appena il 4% in Italia». Un errore di stampa deve però essersi verificato nella trascrizione del testo del discorso del Dot_t. de Micheli, riportato sul n. 4 del « Notiziario della Confederazione Generale dell'Industria Italiana', da cui è tratta la citazione. In effetti, recenti dati pubblicati dall'Istituto Centrale di Statistica, indicano l'esistenza di circa cinque milioni e mezzo di analfabeti (pari a circa il 12% della popolazione di età superiore ai 6 anni) e circa sette milioni e mezzo (pari a circa il 17% ,di « alfiabeti privi di titolo di studio» (che corrispondono in gran parte ai semi-analfabeti). Si può quindi considerare che analfabeti e sem~-analfabeti rappresentino circa il 25% e non il 12o/o, come indicato. Notiamo per inciso che il numero dei laureati si aggira intorno a 420.000 unità, vale a dire meno dell' 1 % della popolazione residente in età da 6 anni in poi. [109] Biblioteca Gino Bianco

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