sono più abbondanti e gli oneri finanziari meno elevati. Progressivamente del resto i saggi salariali e i tassi di interesse tendono a uguagliarsi via via che aumentano la domanda di mano d'opera o la domanda di capitali là dove l'una o gli altri siano disponibili a prezzi inferiori. Inoltre, la libera circolazione assicurata progressivamente a tali fattori di produzione tende a facilit~re un livellamento che, lungi dall'essere una condizione pregiudiziale del funzionamento del mercato comune, ne è al contrario una conseguenza» (5). Il prof. Ohlin dal canto suo afferma che non vi sono argomenti ragionevoli che possono essere fatti valere in favore di un eguagliamento internazionale dei costi orari totali della mano d'opera. E se nei «poveri» si adottano misure sociali che si addicono ai paesi che godono di redditi elevati (per esempio, la settimana di 40 ore, importanti prestazioni di previdenza sociale finanziate da imposte elevate sul reddito e sui capitali), l'attrazione che possono pres~11tare questi paesi poveri viene ridotta e ne risulta rallentato quel processo curnulativo dello sviluppo economico che potrebbe essere accelerato da un afflusso di capitali: « i salari reali non aumentt:ranno così rapidamente come sarebbe stato altrimenti possibile». (6) Eventuali eccezioni a questa concezione generale possono prevedersi in caso di « distorsioni economiche», quando, cioè, in conseguenza di determinate disposizioni o situazioni particolari, riguardanti uno o, più dei fattori del costo di produzione, un'industria venga a trovarsi gravata più o me110 della media dell'economia in cui si trovi situata, falsando le condizioni della concorrenza sia nei confronti dell'analogo settore industriale di un paese differente, sia nei confronti degli altri settori d'industria del proprio paese. Un esempio di distorsione specifica è quello dovuto all'effetto di tasse cumulative (l'I.G.E. per esempio) che incidono inegualmente sulle imprese a seconda del loro grado di integrazione verticale. Per eliminare tali distorsioni che possono risultare sia dai sistemi fiscali che da quelli del finan- _ziamento della sicurezza sociale, sia da certe politiche dei prezzi che da politiche differenziali del cr~edito, si ritiene possibile ed opportuno· intervenire; e il Trattato istitutivo del MEC prevede disposizioni in tale senso, anche se poi, in pratica, appare assai dubbio poter individuare ed « afferrare» una distorsione allo stato «puro-». In conclusione, tanto per gli esperti qualificati, quanto per l'opinione pubblica ufficiale, sembra incontestabile il principio che le differenze dei livelli salariali fra paesi non solo non ostacolano il processo di integrazione, ma sono anzi essenziali a stimolare la specializzazione delle produzioni, a (5) « Rapport des Chefs de Délégation aux Ministres des Affaires Etrangères », Bruxelles, 1956, pag. 60. (6) B. Ohlin: « Problèmes d'harmonisation et de coordination des politiques économiques et sociales ». Revue d'Economie Politique, Parigi, Janvier-Février _1958. ~104J Biblioteca Gino Bianco
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