Nord e Sud - anno VI - n. 60 - novembre 1959

comparati, l'accento veniva posto in particolare su uno dei fattori dei costi di produzione, il costo del fattore lavoro che veniva ad acquisire un rilievo tutto particolare, anche se ingiustificato dal punto di vista della teoria classica del commercio internazionale. Da una decina d'anni ormai, è diffusa in Europa una vastissima letteratura in tema di confronti fra oneri sociali, costi, salari, redditi operai, condizioni di lavoro dei lavoratori dei vari paesi; letteratura non esente, in molti casi, da un'intensa carica polemica e da precise finalità pratiche. Furono inizialmente i produttori francesi ad accendere la discussione, quando, per cercare di giustificare le loro reticenze a dar corso ai programmi di liberalizzazione degli scambi, cominciarono ad argomentare che alcune conquiste sociali, non verificatesi in altri paesi, incidevano sui costi dei prodotti francesi, in modo tale da impedire un più diretto confronto con i prodotti esteri; e affermarono, inoltre, a prova di tale stato di fatto, che gli oneri indiretti di sicurezza sociale gravanti sui salari francesi erano i più elevati d'Europa, raggiungendo il 60-70% del salario. La polemica fu tanto più vivace quanto più poggiava su elementi erronei. Che significato ha confrontare delle percentuali (cioe dei rapporti) quando non ci si è preoccupati di rendere comparabile il contenuto dei numeratori e denominatori 11tilizzati? In altri termini, che cosa si intendeva per salario e per onere indiretto? Ma, anche stabilita la comparabilità, ci si rese conto che il confronto delle percentuali non aveva alcun serio significato economico, e si riconobbe che l'elemento importante da valutare era il costo salariale totale, vale a dire il costo salariale diretto (salario, gratifiche, premi, ecc.) sommato agli oneri indiretti (contributi previdenziali, spese di assistenza sociale, ecc.). Superato questo primo scoglio, apparve chiaro che il costo globale del lavoro per ora-uomo non era affatto l'elemento più importante per un operatore economico-sociale: significativo per costui, ai fini competitivi, sarà evidentemente il costo del lavoro per unità di prodotto. Un nuovo - sempre più complesso elemento - si era così aggiunto al problema: - il concetto di produttività della mano d'opera; ma, se è difficile precisare ill concetto stesso di produttività e ancor più difficile misurare tale produttività (produttività nazionale, per settore d'industria, per impresa, per re• parto d'impresa?), è quasi impossibile poi confrontare questi dati, di per se stessi imprecisi e approssimativi, fra paese e paese. Del resto, anche qualora fosse possibile precisarli, si poteva osservare che << prezzi comparabili non sono compatibili con un costo del lavoro comparabile, che se gli altri elementi del costo di produzione (materie prime, tassi di interesse dei capitali, trasporti, ecc.) sono essi stessi sensi~ilmente uguali». (1) La proble- (1) « Rapport de la Délégation Française sur le Traité instituant la C.E.C.A. », Parigi, Ministero degli Esteri, 1951, pag. 131. r1ol] iblioteca Gino Bianco

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