ultimi, nella loro spregiudicatezza tattica, mostrano una taie fede nei propri ideali che non li intimorisce alcun confronto, co•n altre convinzio,ni; mentre i cauti argomenti, di cui troppi laici amano circondarsi, tradiscono un timore del confronto che suona sfiducia agli ideali professati. Queste no·n sono giustificazioni della composizione dell' ADESSPI, che, co,me ogni istituzione, può trovarle soltanto nelle opere. I nostri son tempi in cui proprio quei gruppi laici, radicali e repubblicani, che per primi denunciarono il logoramento delle passate alleanze, indicandone nuove, hanno il dovere di non lasciarsi cogliere impreparati dalle nuove iniziative, anche quando si abbia coscienza della loro pericolosità; allora più che mai, forse. Esser pari a questo compito, non vuol dire contarsi, chè sarebbe dichiararsi sconfitti in partenza, ma ripensare le ragioni della propria azione politica - che non sono soltanto parole immutabili come libertà e laicismo, ma più incerte realtà come Europa e Occidente, - sia per poterle riaffermare con più sicura coscienza nei confronti di chi, come i comunisti, più ci è lontano, sia per chiarirle a chi più ci è prossimo: altrimenti ogni tentativo sarà destinato, prima o poi, a scadere al rango di una cc o.perazione Milazzo». Più modestamente, considerando il problema politico dell'ADESSPI, non è difficile scorgere che, a parte ogni accordo tra i fondatori di essa, esistono dei fattori di un suo equilibrio ir1terno proprio negli elementi che abbiamo già indicato - la reciproca utilità di una collaborazione tra laici e marxisti, la certezza di una crisi, che questi ultimi ben possono presagire, il giorno in cui tentassero di farsi valere come parte. N è garanzie formali, nè certezze effettuali, ad ogni modo, possono risolvere il problema della presenza dei laici all'interno dell'associazione. Escluso che la loro azione possa organizzarsi attorno ad una competizione numerica con i comunisti ( e< iscriviamoci in numero tale da impedire la loro prevalenza »), resta da evitare una tendenza che non soltanto è ad essi congeniale, ma che è stata pure determinante per la loro adesione all'associazione: quella, cioè, che li porta ad interessarsi quasi esclusivamente della elaborazione delle tesi e dei rapporti di forza al vertice, trascurando il modo in cui le tesi arrivano alla base ed il modo in cui questa si organizza. Anche qui è questione di numero, nel senso, però, di piena utilizzazione delle energie esistenti e non più come rapporto di forze; ed in questo è la radice dei rapporti con i comunisti. Si potrà far aderire costoro a tesi le più vicine alle aspirazioni dei laici, ma - fino a quando il compito della diffusione resterà affidato ai soliti attivisti incapaci di uscire dal modulo propagandistico - non sarà tanto la fisionomia delle tesi ad essere sfigurata, quanto lo stesso fine dell'associazione ad essere frustrato. Poichè non è pensabile che possano trovare accoglienza presso la pubblica o•pinione tesi anche serie, ma riproposte per vie ormai screditate. La stessa esigenza che ha presieduto alla fondazione dell'ADESSPI deve essere presente nella sua organizzazione: in ipotesi di versa, sarà pur possibile ottenere risultati [98] Biblioteca Gino Bianco .
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