Nord e Sud - anno VI - n. 59 - ottobre 1959

I minenza nuove fonti produttive e quindi nuovo reddito e nuova occupazione~ in base ad un processo espansivo cumulativo. Quote precentuali sempre più i1nportanti di detto risparmio si indirizzano, poi, verso investimenti tecnologici cl1e non a~sorbono, anzi spesso liberano, manodopera. Nulla si può eccepire su codesto ultirno tipo di impiego: già altre volte si è sostenu(a la tesi cl1e il nostro apparato industriale per sopravvivere i11 fase di più intensa concorrenza estera, facilitata dal progressivo abbatti111entodei dazi doganali, deve porsi su di un piano di elevata attrezzatura tecnica che permetta il contenimento dei costi e q11indi una certa elasticità nei prezzi finali di vendita. Ben altre, però, sono le considerazioni che si possono trarre dai primi due punti, concernenti la scarsa formazione del risparmio e la ripartizione del suo impiego. Secondo il rapporto Saraceno, i consumi avrebbero preso il sopravvento sul risparmio ostacolando il rapido miglioramento delle condizioni di vita della massa disoccupata e sottoccupata. All"uopo il rapporto richiama il principio dello_ « Schema » secondo il quale si .sarebbero potuti ottenere risultati apprezzabili in tale campo, soltanto se i salari fossero aumentati meno della produttività e nello stesso tempo si fosse verificata una politica di investimenti diretta ad aumentare il numero dei nuovi posti di lavoro. Il conteni1nento delle paghe ed il conseguente aumento degli utili aziendali in modo da permettere quegli autolnanziamenti che costituiscono il grosso degli investimenti - il libero risparmio volontario va sempre più perdendo im-portanza relativa - sono alla base di una tesi cara agli imprenditori; il Governo si associa. Senonchè non è detto come l'aumento dei profitti venga destinato alla politica di ampliamento degli impianti per aumentare la massa dei salari. Vi sono le spese per gli ammodernamenti tecnici; per il resto, il capitale si investe qt1ando ovviamente il calcolo del rischio lascia presumere il probabile verificarsi di favorevoli risultati, oppure, caso non infrequente, per motivi di prestigio e di volontà di potenza. Non è certo il desiderio . di assu1nere nuova manodopera a stimolare l'imprenditore. Quando poi l'orizzonte economico o politico si oscura, allora i profitti vengono congelati in banca - se ne è avuto un esempio nell'ultima recessione - oppure impiegati in beni rifugio, senza che in ogni caso venga trascurata l'esigenza di costosi e piacevo ii impieghi per il con/ ort personale. Ad ogni modo, la pretesa di imporre un regime di austerità alle sole classi lavoratrici è piuttosto singolare. Per risolvere i problemi economici italiani sarà forse necessario l'icorrere all'austerità, ma il sacrificio dovrà estendersi a tutti e gravare semmai con maggiore incidenza sui privifegiati. Il rapporto Saraceno sarebbe stato q_uindi più obiettivo se avesse contemporaneamente suggerito una intensificazione della tassazione diretta s~gli utili delle aziende e sui redditi personali. [88] Biblioteca Gino Bianco . '

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