la sua arma principale per la demolizione della produzione domestica e di sussistenza. In effetti, quando un prodotto• che viene offerto sul mercato ha richiesto costi di produzione inferiori a quelli sopportati (sotto forma di spese di produzione o di rinuncia a redditi alternativi d lavoro o realizzabili con la vendita della materia prima; ecc.) nell'ambito dell'azienda che produce solo in vista dei propri consumi, anche .per questa azienda acquista importanza il ·prezzo di mercato di quel prodotto, non appena questo prezzo non coincide più con i suoi costi di produzione. D'altra parte, l'aumento della produttività è la condizione essenziale perchè un certo numero di aziende finora limitate alla produzione per il consumo possano vendere sul mercato una parte della aumentata produzione. Sono, questi, alcuni dei meccanismi essenziali della espansione del mercato e della produzione capitalistica: la quale espansione, probabilmente, anche in Italia registra un progressivo ampliamento dell'industria di fabbrica a spese della produzione disseminata ma già sottoposta a rapporti capitalistici, che a sua volta si estende ai danni della ancora autonoma produzione artigianale; e man mano che la produzione per il consumo vede sostituirsi alla concorrenza di queste forme più arretrate di produzione quella ben più efficiente dell'i11dustria di fabbrica, il suo destino appare segnato. Il mercato meridionale e contadino in genere rimane tuttavia assai povero; ma già verso il 1887 ciò non dipende ormai che in piccola parte dall'autoconsumo di prodotti industriali e risale piuttosto al bassissimo potere d'acqt1isto delle masse rurali, che sarà un ostacolo strutturale assai più resistente dell'·autoconsumo dei prodotti dell'industria familiare, e che resterà a caratterizzare il successivo sviluppo storico italiano. Ma su tutto questo pro·blema delle dimensioni del mercato, e sui metodi con i quali il Sereni crede di poterlo affrontare, torneremo fra poco. 2. Il Sereni dà poi per certo che una rivoluzione contadina, nell'età del Risorgimento, avrebbe condotto a una accelerazione dello sviluppo mercantile e della espansione capitalistica di tutta l'economia italiana: mostrando così, semplicemente, di non riuscire a rendersi conto dei gravi problemi che una concreta impostazione storica della questione, in relazione alle condizioni dell'Italia del tempo, necessariamente comporta sul piano della storia economica e di quella politica (4). Per q~esta parte, dunque~ mi limiterò (4) Che la rivoluzione contadina in Francia non condusse a un rapido sviluppo nel senso del grande capitalismo agrario, nè provocò un accelerato processo di differenziazione fra le classi rurali, ci vien confermato anche dal marxista DoBB, op. ci.t., p. 240: « anche i larghi acquisti di terre ecclesiastiche e di beni confiscati alla nobiltà da parte della borghesia e da ciò che Sée chiama 'l'aristocrazia contadina' durante la Rivoluzione non risultarono in enclosures del tipo inglese. Un borghese divenne il rentier in luogo dell'ecclesiastico o del nobile; ma il sistema concreto dell'affitto [74] ' Bib1ioteca Gino Bianco
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