Nord e Sud - anno VI - n. 59 - ottobre 1959

l'Italia dopo il 1860, hanno avuto i processi «surrogatori» di accumulazione di cui si diceva per l'avvio dell'industrializzazione; non solo trascura totalmente il peso di un mercato urbano che ancora alla metà del XIX secolo contava il maggior numero di città con oltre 50.000 abitanti fra tutti i paesi europei; ma la stessa analisi da lui tentata della struttura del mercato contadino è interamente errata. Non ha senso, infatti, l'identificazione delle piccole aziende mezzadrili o coloniche ecc. (accanto alle quali occorrerebbe menzionare, a maggior ragione, le più autonome e resistenti aziende dei piccoli proprietari contadini particellari) con il settore dell'autoconsumo dei prodotti dell'attività trasformatrice. quando è notorio che (a parte il gran numero di quelle aziende che sono ormai specializzate largamente per la vendita sul mercato)- uno dei processi storici fondamentali che in Italia si realizzano nei primi decenni dopo l'unità è appunto la progressiva demolizione dell'industria domestica ad opera della concorrenza capitalistica, stra11iera e italiana, anche in quelle regioni del Mezzogiorrio dove tuttavia l'agricoltura rimane caratterizzata da una frammentazione aziendale inserita in un complesso di rapporti addirittura semifeudali: col che il mercato si viene naturalmente allargando e assorbe anche questi settori. E ciò dimostra, anche, che quando il Sereni dottoralmente afferma che il livello della produttività determina solo « il volume fisico della produzione o dei consumi», « ma non concorre che assai indirettamente » a determinare « le dimensioni economiche del mercato», egli semplicemente adopera parole di cui non intende neppure il significato, per criticare concetti economici che non è in grado di capire. In realtà, il livello della produttività va posto in relazione col volume della produzione, la quale « crea la sua propria domanda » : e in questo senso « le dimensioni del mercato dipendono dal volume della produzione» (cit. in e Risorg. e Capit. >, p. 105). In effetti, nell'ambito del settore mercantile dell'economia, la domanda complessiva risulta (nel lungo periodo, che qui ,, soltanto ci interessa) dalla somma dei salari delle rendite e dei profitti distribuiti nel corso della produzione; ad aumentare la quale, e quindi la somma totale dei redditi sopra indicati e costitutivi della domanda, concorre in modo fondamentale e decisivo proprio l'innalzarsi del livello della produttività, che ovviamente non va considerata solo nell'ambito della singola impresa, ma in un contesto di imprese distribuite in branche diverse della produzione, ciò che consente ad es. che gli operai di una nuova fabbrica di scarpe diventino consumatori della produzione di u11a fabbrica di tessuti e via dicendo. Per ciò che riguarda poi i settori economici ancora esclusi dall'economia di scambio, è anche più evidente la funzione decisiva che l'aumento della produttività svolge ai fini del loro assorbimento nel mercato: anzitutto con la riduzione dei costi di produzione unitari, che fornisce all'industria capitalistica proprio quella « artiglieria dei bassi prezzi » che è [73] Biblioteca Gino Bianco

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