Nord e Sud - anno VI - n. 59 - ottobre 1959

e di Nasser! E non è certo sulla base di atteggiamenti di questo genere che si può rispondere con tranquillità e con fiducioso ottimismo alla domanda clie, all~indomani dello << spettctcolare invito »·J Spadd/.ini formulava sul Resto del Carlino, in un articolo molto seri·o ed equilibrato: e l'Europa? Non è sulla base di atteggiamenti di questo genere, cioè, che si·può eludere questa domanda e considerare retorica e tendenziosa la risposta che ad essa recava implicitamente il giudizio di Raymond Cartier che abbiamo citato. Potremmo quindi concludere questa parte del nostro discorso affermando che le nostre preoccupazioni circa la dege1ierazione in senso nazionalistico della situazione europea non si sono attenuate; e che, finchè esse sussisteranno, le prospettive della auspicata distensione non possono essere del tutto rassicurati·: 1iessuna distensione, infatti, sarebbe veramente stabile ed effettivamente rassicurante, quando essa dovesse essere pagata in moneta europea, quando essa dovesse pri·vare, cioè, di slanci e di sbocchi unitari la vita dell'Europa occidentale, oggi più che mai sclerotizzata nelle anacronistiche sue strutture nazionali, più che mai avviata alla decadenza a causa dei pregiudizi nazionalistici che ne avvelenano lo svolgi1nento. Ciò detto della situazione internazionale in generale, e delle colpe europee in parti.colare, resta da dire qucdcosa a proposito della politi'ca estera italiana, il cui timone è malaugurataniente tornato nelle mani dell' on. Pella. La posizione itali·ana è veramente scaduta ai più bassi livelli: sia « in conseguenza del deteriorarsi di una situazione di solidarietà sulla quale i nostri maggiori uomini politici avevano puntato»; sia, anclie e soprattutto, per il fatto che un governo come quello che oggi rappresenta il paese porta con sè << non piccole responsabilità nell'aver poco a poco lasciato scadere a mere parole l'europeismo e l'idealismo deniocratico di De Gasperi e di Sforza, nell'aver riempito le orecchie proprie e altrui di 'interessi dell'Italia' e altre simili vaghezze, di non aver saputo di.re, nel momento della crisi europea, una parola energica, non lanciato un grido di allarme». Anclie questo giudizio è di Aldo Garosci: esso dimostra pera/,tro quanto sia difetto sa ed errata la piattaforma d' opposizi'one, nazionalneutralista, prescelta da/,la maggioranza degli ambienti della sinistra democratica italiana, laica e cattolica; assai più efficace, e politicamente giusta, sarebbe stata invece la piattaforma europeistica di opposizione, indicata da Aldo Garosci: la denuncia, cioè, del formale europeismo e del sostanziale nazio- , [5] iblioteca Gino Bianco

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