Nord e Sud - anno VI - n. 59 - ottobre 1959

sione dell'aggiramento a sinistra, la collaborazione che si è suggerita non è difficilissima. Tenere la D.C. su posizioni di centro-sinistra, avviare quella politica riformatrice da cui soltanto potrà derivare l'arnpliamento e il consoìidamento dello spazio democratico e un sicuro beneficio al paese, sarà evidente1nente meno difficile ad un fronte di sinistra democratica che vada dal PRI al PSDI, che non a quest'ultimo isolatamente (e ci augt1riamo che non vi sia alcun socialdemocratico tar1to megalomane da pensare il contrario). Non è solo questione di aritmetica parlamentare; è ancl1e, ed anzi soprattutto, questio,ne di atmosfera politica nel paese. L'esperimento di un pro .. gramma di riforme è troppo importante perchè si possa rischiare di esporlo ad un secondo insuccesso nel giro della stessa legislatura: e si potrebbe essere ben sicuri di questo insuccesso il giorno in cui quel programma fosse vivacemente contestato proprio da coloro che dovrebbero tenerlo 11aturalmente a battesimo. D'altra parte, nel momento in cui, avviata una tale politica di governo, al PSI venisse a mancare l'alibi cl1e gli è stato a volte involonta- , riamente fornito da uomini di provata fede democratica, il suo processo di chiarificazione in senso autonomistico sarebbe. sicuramente accelerato: le cose stesse finirebbero per imporlo, proprio nel modo cl1e i democratici non possono non volere. Finalmente, questa collaborazione servirebbe al PSDI per correggere talune deficienze sue proprie che oggi lo danneggiano non poco. Queste deficienze sono di natura innanzi tt1tto culturale -- il passivo, si potrebbe dire, dell'eredità socialista - 1na sono anche tali che si ripercuotono sulla politica. Malgrado gli sforzi di qualcuno dei dirigenti no11 sembra, ad esempio, che la coscienza del contrasto profondo tra socialismo e totalitarismo comunista si sia tradotta in un'accurata revisione del pensiero politico socialista tradizionale: certi spunti luminosi del Saragat del!' esilio son restati spunti. Il partito socialdemocratico (ma q11esto non è vero di esso soltanto, e non vale solo per l'Italia) sembra fuori di quel clima di acceso dibattito ideologico che caratterizzava così fortemente la socialdemocrazia degli anni tra il 1890 e il I910 o il partito socialista austriaco dell' entre-deuxguerres, e che poteva sembrare a volte frutto di ingenuità ma che certamente dava vitalità e forza di penetrazione ai movimenti socialisti. Eppure vi sarebbe un enorme lavoro da fare sul piano della maturazione ideologica come su quello della ricostruzione storica: vi sarebbe da riprendere ed approfondire spunti di Kautski, da rivedere ed aggiornare certe tesi di Bernstein, e soprattutto da approfondire il rapporto di libertà e socialismo alla luce di tutta una nuova esperienza storico-politica; o vi sarebbe da esaminare con spirito critico, fuori del racconto agiografico come fuori della polemica. indiscriminata, la tradizione socialista italiana. Dobbiamo essere proprio noi a ricordare ad un partito che vanta l'ascendenza marxista come la coscienza [58] Biblioteca Gino Bianco

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