- e risolutamente - certi nazionalisti del Partito Hberale (che anche in Germania soffre di gravi maH che attentano al suo effettivo liberalismo), taluni ambienti protestanti della C.D.U., gli ex nazisti più restij a lasciarsi disjntossjcare, alcune centrali del capitalismo renano, tutti coloro insomma che avevano interesse o che comunque aspiravano al riconoscimento ufficiale e sostanziale della prevalenza e precedenza assoluta dei problemi dell'unità tedesca (della Saar rispetto alla CECA come dell'Oder-Neisse rispetto alla NATO) nei confronti di ogni altro problema politico, e in particolare nei confronti dej problemi dell'unità europea, ai quaH appunto, sostanzialmente se non formalmente, la politica di Adenauer assicurava e cerca di assicurare un'ope- . . ' rante pr1or1ta. E' proprio per questo - per il fatto cioè che molti forse in Germania premono nazionalisticamente contro l'europeismo di Adenauer; e per il fatto che i problemi dell'unità tedesca possono prendere jl sopravvento e ·precipitare l'Europa in una situazione assai più precaria di quella odierna, non meno insidiata dalle tensionj nazionalistiche di quanto lo fosse l'Europa del « tempo preistorico fra le due guerre » - è proprio per questo, dicevamo, che non abbiamo mai condiviso il facile e grossolano giudizio che di Adenauer e della sua politica hanno dato in Italia certi osservatori politici alla Baldacci e certi j.ntellettuali alla Carlo Levi, e non abbiamo mai condiviso l'interesse di ·questi osservatori e di questi intellettuali per l'unità tedesca. E' l'unità dell'Europa che ci interessa, prima e più di quella della Germania; e in questo senso ci siamo sempre sentiti solidali con la politica di Adenauer. Si potrà obiettare che oggi questa politica è in crisi : sì, ma lo è soprattutto in Francia e per la Franciai; e non ancora in modo definitivo ed irrimediabile, se Adenauer potrà resjstere a Erhard e se la Francia che ha ceduto a De Gaulle riuscirà a fare appello a tutte le sue forze e a tutte le sue tradizioni per non cedere a Soustelle e a Delbecque. A noi sembra perciò che nella Germania di oggi si pongono una serie di problemi estremamente interessanti e tuttavia trascurati dai Hbri e dagli articoli italiani sulla Germania. Per esempio: il rapporto fra problema dell'unità tedesca e problema deÌl'unità europea come ora dicevamo; il grado di interventismo e di dirigismo presente nella politica economica di Erhard (problema sollevato opportunamente da La Malfa in polemica con Malagodi), donde l' esigenza di una valutazione meno superficiale di quella che danno i liberisti~, da un lato, e i qualunquisti di sinistra, dal1' altro, del cosiddetto « miracolo »; la crisi del marxismo e jl superamento del classismo in seno a quello che è stato il più grande fra i partiti marxisti e classisti d'Europa; la capacità della nuova rete organizzativa e dei nuovi metodi dei sindacati operai di negoziare e di premere per tutelare gli interessi delle varie articolazioni ·della classe lavoratrice; lo sviluppo delle attività terziarie, dei modi di vita all'americana, l'esodo rurale, la nuova ondata dell'urbanesimo e i rapporti di quest'ultimo con le autostrade oggi •come con le vie d'acqua ieri; il grande letargo in cui sembra caduta la cultura tedesca e, infine, gli stati d'animo qual un- [123] Bibliote -a Gino Bianco
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