riarmo atlantico, a confronto della fermezza anticomunista dej sindaci socialisti di Berlino Ovest). In questo senso si tratta di un qualunquismo che non è di destra, come quello ufficiale degli italiani, e non è di sinistra, come quello degH intellettuali alla Carlo Levi. D'altra parte, se in Italia il qualunquismo corrode i sentimenti democratici, irride alle istituzionj della democrazia, semina la sfiducia nelle capacità riparatrici e liberatrici del metodo liberale e del costume democratico, diffama la classe politica dei partitj democratici, in Germania esso ha avuto forse una funzione diversa, dovuta anche al fatto che diversi erano stati il fascismo e jl nazismo almeno in questo, che il primo era esso stesso, per certi aspetti, qualunquismo : nel senso, per es. della nazione dei ceti medi, del conservatorismo sovversivo, del nazionàlfascismo meridionale, secondo l'interpretazione che Salvatorelli dette, a suo tempo, di questi fenomeni. ~ perciò, poichè nel nazismo non c'è stata invece venatura alcuna di qualunquismo, ma cupa, totale esigenza di dedizione ad orrendi miti, si potrebbe dire che il qualunquismo diffusosi in Germania, al di qua della cortjna di ferro, dopo la caduta del nazismo, ha avuto una funzione decongestionante nei confronti dei veleni nazisti, ed è stato comunque caratterizzato da una carica antinazista, diretta, cioè, non contro le istituzioni, il costume, la classe politica della democrazia, ma contro i miti del nazismo, smentiti dalle tragedie, dai lutti, dalle macerie che le famiglie, .i paesi, le città tedesche hanno potuto numerare soltanto quando gli ultimi fumi della narcosi imposta da Hitler sono stati dissipati. Carlo Levi, dicevamo, si mette al riparo delle formule neutralistiche e considera vuoto provvisorio, imposto dal- !' esterno, da quei malvagi di comodo che sono i grandi della terra, l'attuale status della Germania. Ma si è domandato Carlo Levi qual'è l'alternativa, jl contrario, l'opposto al neutralismo? Si è domandato fino a che punto oggi neutralismo e nazionalismo, in Francia come in Germania, si identificano? E se questo è vero, come è vero, l'europeismo di Adenauer, sostenuto dagli americani, non ha rappresentato esso l'alternativa, il contrario, l'opposto non solo del neutralismo, blandito dai sovietici anche se perorato da taluni ambienti socialdemocratici, ma pure del nazionalismo, che è sempre, oggi come ieri, il vero nemico di quella ampia e differenziata corrente politica antifascista e democratica alla quale, insieme con Carlo Levi, ci onoriamo di appartenere? Se Carlo Levi avesse spinto lo sguardo più a fondo e se sj fosse attenuto, come raccomandava Carlo Schmid, « all'osservazione paziente e puntuale di ciò che sta accadendo nei fatti e negli animi » senza cedere alle tentazioni che per ogni •« mitologo » la Germania con la sua storia e con il suo paesaggio elabora copiose, egli non si sarebbe forse stupito di scoprire che più o meno neutralisti sono tutti quei grossi signori col sigaro e con il cilindro che si incontrano negH aeroporti e nei grandi alberghi di Francoforte o di Dusseldorf: neutralisti e nazionalisti, schierati contro l'europeismo di Adenauer, con Erhard per la zona di libero scambio e con taluni ambienti del Partito liberale per gli scambi con l'Est. E cosl" avrebbe potuto spiegare come e perchè all'europeismo di Adenauer hanno fatto opposizione non soltanto i ·neutralisti di sinistra, ma anche [122] Biblioteca Gino Bianco . .
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