tro la Berlino degli americani (e per un qualunquista di sinistra non potrebbe essere diversamente), tuttavia la scelta è qui assai più rischiosa e impegnativa di quanto non lo fosse quando si trattava soltanto di esprimere una platonica preferenza per il personaggio alla Brecht nei confronti del capitalista tipo vignetta del Simplicissimus: Carlo Levi pertanto cerca di eludere la scelta esplicita. E allora, l'artista, dopo aver sconfinato con disinvoltura nel campo della critica politica e non volendo rientrare nei propri confini, si rifugia al riparo delle formule neutralistiche, tentando di assicurarsi la ritirata mediante il ricorso ad eleganti argomentazioni e a ricche immagini, similitudini, paradossi, che costituiscono come una cortina fumogena destinata a coprire sia l'accusa, che a Levj potrebbe essere mossa, da destra, di coltivare un suo opportunistico qualunquismo di sinistra, sia l' altra accusa, che pure potrebbe essere mossa a Carlo Levi, da sinistra, di non spingere fino alle logiche conseguenze politiche di adesione al con1unismo - o di più scoperta perorazione dell'esigenza per tutte le sinistre di fiancheggiare il comunism.o - certe sue jnclinazioni populistiche e certe sue civetterie estetizzanti. E' così comunque che il verso di Goethe, che fornisce il titolo alla raccolta degli articoli sul viaggio in Germania di Carlo Levi, diventa una formula neutralistica: c'è una diversa notte che ricopre le due Germanie, diversa, perchè, come Berlino Ovest e Berlino Est, la Germania di Bonn e la GermanÌa di Pankow sono « una stessa immagine riflessa in due specchi contrapposti» e perchè « ciascuna delle due metà tende a portare all'estremo i principi del mondo che la regge »; e d'altra parte, le due Germanie, come le due Berlino,.« pare vadano attuando questi ideali e queste realtà contrapposte ... senza realmente crederci e aderirci, come ... se le due strade intraprese... non siano altro che un modo, ... accettato dalla sorte e dalle forze esterne del mondo, per riempire provvisoriamente un vuoto, che... nessuna volontà spontanea sia capace di colmare ». Tutto ciò è in gran parte vero, ma lo è soltanto entro certi limiti. E' vero, infatti, ed è naturale, che « ciascuna delle due metà tende a portare all'estremo i principi del mondo che la regge >>; ma è anche d'altra parte vero che c'è stata una rivolta domata con la forza nella Germania dell'Est, mentre si è già svolta più di una regolare consultazione elettorale nella Germania dell'Ovest; dove peraltro si sono varate leggi anticartellistiche e dove j sindacati operai dispongono di una organizzazione che merjta di essere vista e studiata e ammirata dai « viaggiatori» che, come certamente Carlo Levi, sono sensibili per esperienza o per sentimento ai problemi della classe operaia. E tuttavia se dj qualunquismo si deve par lare (e noi ne abbjamo par lato per,fino a proposito di certi vizi, o civetterie, o inclinazioni di Carlo uvi) in rapporto alla situazione tedesca attuale, è la Germania occjdentale ad essere pervasa di qualunquismo. E' un qualunquismo che magari può ispirare anche certe prese di posizione dei liberisti alla Erhard che non coincidono con l'europeismo alla Ade:- nauer (la zona di libero scambio contro il Mercato comune europeo); ed è un qualunquismo che sta all'origine di certe · contraddizioni che paralizzano la socialdemocrazia (il neutralismo alla Ollenhauer, spinto fino all'agitazione contro il [121] ibliote.caGino Bianco
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