Nord e Sud - anno VI - n. 59 - ottobre 1959

spazio politico che va, per così dire, dall'ala destra del PRI fino ai socialisti autonomisti. Dopo aver detto ·tutto questo, noi ci accorgiamo, però, che, in generale, fra Grimaldi e noi, le preoccupazioni sono effettivamente le stesse, anche se gli accenti sono diversi; e forse noi siamo anche più pessimisti di lui sul « grosso groviglio del cattolicesimo politico italiano»; e siamo convinti che non lo si potrà sciogliere, questo groviglio, << in una battuta di congresso», pur augurandoci che, magari con l'aiuto del solvente s.ocialista lo si possa prima o poi, e più prima che poi, cominciare a sciogliere. Oggi siamo in presenza di due fatti fondamentali che si elidono a vicenda: da un lato l'ipocrisia di coloro che si sono fatti teorici dello « stato di necessità >>per camuffare la vergogna di aver rifiutato anche il tentativo di intese locali con i socialisti e di aver scelto, invece, l'alleanza, al centro e in periferia, con fascisti azzurri e neri; dall'altro lato la vivace reazione di una parte del partito contro questa vergogna. Se si vuole ·che sia il secondo fatto a prevalere sul primo, occorre anche - e non soltanto, naturalmente - che i socialisti siano « disponibili per le grandi cose>>. E a questo punto Grimaldi sembra essere pienamente d'accordo con noi. E, quel che più conta, sembra essere pienamente d'accordo anche l'ultimo Pietro Nenni. Le preoccupazioni sono le stesse, dunque, e la nostra discussione ha questo di positivo: che consente agli uni di vedere le cose dal punto di vista degli altri, e viceversa; che consente di illuminare anche da altri lati le · preoccupazioni che ognuno di noi vede illuminate da un solo lato. F. C. [117] iblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==