dell'editoriale pubblicato nel nostro numero di settembre)~ mentre ci fa ovviamente ritenere superate dagli eventi talune delle più contingenti affermazioni che si leggevano nell'articolo di Ciranna, ci induce d'altra parte a ribadire quelle affermazioni che, nello stesso articolo, si riferivano a situazioni che sono tutt'altro che contingenti. Certo, oggi, se vogliamo un'apertura che sia un'alternativa - e lo abbiamo detto nell'editoriale dell'ultimo numero - dobbiamo cercare di mettere in condizione di non nuocere sia la sinistra carrista del PSI che la destra clerico-fascista della DC; e se nell'articolo cui si riferisce la lettera di Grimaldi noi siamo stati severi nel giudizio sul PSI, e gli abbiamo imputato le colpe di cui esso si macchia a causa della pressione esercitata dalla sinistra carrista, in altre, numerose, antiche e recenti occasioni, non siamo stati meno severi nei confronti della DC, e le abbiamo imputato tutte le colpe di cui essa si macchia a causa della pressione esercitata, e làsciata esercitare, dalla sua ala destra che si professa, ed è, clerico-fascista. Quanto alla nostra polemica contro le aperture_ a destra nelle « giunte difficili», essa, anche se ciò è sfuggito all'amico Grimaldi, risale ai tempi del cc caos per caos » di Gonella, del governo Restivo, delle tolleranze interessate dei governi quadripartiti per l'amministrazione Lauro; non si è mai interrotta e oggi siamo impegnati a denunciare •sistematicamente non solo il fatto che « nessun democratico può contare sugli Andreotti e sui Togni », ma anche il pericolo che deriva dal fatto che uomini seri sui quali sembrava che la democrazia potesse contare - i Colombo, i Taviani, i Rumor, i Gui, i Morlino, e altri « dorotei » - sono venuti assumendo atteggiamenti che sono in contrasto con quelli che essi avevano assunto altre volte e ne determinano addirittura una dislocazione politica, più o meno inconsapevole, verso posizioni reazionarie, o comunque nel senso di un fiancheggiamento delle posizioni reazionarie. Recentemente, la nostra denuncia di questi atteggiamenti, assunti da uomini che sono nostri amici, non è stata certo meno severa della denuncia che, degli atteggiamenti della sinistra socialista, si leggeva nell'articolo di Ciranna cui si riferisce la lettera di Grimaldi. Poco ci sembra ora dover aggiungere sui tre cc pregiudizi». Quanto al primo, la frase che ha richiamato l'attenzione di Grimaldi deve essere interpretata non soltanto nel quadro della polemica fra i partiti e le correnti socialiste, ma anche e soprattutto nel quadro della polemica fra le correnti democristiane e della polemica antifanfaniana, e a11tisaragattiana, condotta da quasi tutta la stampa nazionale. Questa ha dato, infatti, del governo Fanfani un giudizio che differisce in tutto e per tutto dall'affermazione di Grimaldi: « il governo Fanfani-Saragat era prima di tutto e principalmente anti-PSI ». Se così fosse stato, a destra non ci si sarebbe dati tanto da fare per rovesciare que&to governo. Ciò detto, circa la premessa da cui muove Grimaldi, resta vera, però, buona parte della conclusione cui egli perviene: che, se [115] -iblioteca· Gino Bianco
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