organi direttivi a chi. crede in quella politica. Jl problema non è di. spaccare_ i partiti., ma è di garantire chiar~zza alle._direttive. e_ omogeneità agli organi esecutivi: questo il PSI lo ha fatto} la D1C non ancora. Perchè .Ciranna no.n aggiunge che nessun democratico può contare sugli Andreot.ti e su i Togni, cui invece Fanfani ha affidato l'esecuziorJe. di una politica che prete ndeva di essere di centrosinistra e di apertura? Terzo pregiudizio: « Non bisognava partecipare alla campagna di denigrazione della socialdemocrazia ». Può darsi che anch'io abbia involontariame_nte contribuito a quella denigrazione} perciò non entro nell'argomento. Ma buogna che_vi entri Ciranna, se non vuole combattere la rettorica della deriigrazione con l'altretta nto gratuita rettorica dell' antirettorica. Bisogna dimostrare. che di denigr azione si trattava} e non di un preciso giudizio politico. Nord e Sud ha già peccato un'altra volta in questo senso, scrivendo (sul numero di maggio) ch e i socia• listi devono rendersi conto « che la politica di Pralognan era la politica giusta, dalla quale - non c'interessa stabilire. qui se .Per colpa degli uni o degli altri - a tatto ci si è allontanati»; mentre a me pare. che invece. interessi moltissimo stabilire, se non le «colpe», le ragioni di un'operazione fallita, per non correre_ il rischio di rilanciarla veJleitariamente.. Tre s~mp lici constatazioni possono dare l'avvio ad un dibattito su questo tema. I) Una riguarda la mancata unificazione_ integrale. Un sondaggio pos telettorale ha rilevato che gli elettori del PSI erano in maggioranza scontenti dei risultati del 25 maggio, mentre gli elettori de_l PSDI erano in rnaggioranza contenti. Sembra strano: il PSI aveva vinto e il PSDI ave_vaperso. Ma i socialisti, malgrado l'avanzata, non vedevano delinearsi concrete. p ossibilità di modificare la sit.uazione. esistente; mentre. i socialdemocratici, malgrado il mancato successo, vedevano la DC «tenere» di fronte al pericolo comunista. E' un'inchiesta sintomatica che rivela una differenza di fondo tra « rivoluzionari» (o, se immaturi} protestatari) da un lato, e onesti «conservatori» (e quindi sostanzialmente_ paghi, «inseriti») dall'altro. Non può dar si che l'ingenua e generosa illusione. di Pralognan sia naufragata sullo sco glio dell'impossibilità di fondere due cose ormai eterogenee? 2) L'altra riguarda i rapporti esterni del PSDI. I molti ne.miei vanno spiegati, non sbrigati via con la tesi della « campagna di denigrazione». I molti nemici ce li elenca lo stesso Saragat sulla Giustizia del 30 luglio: la destra, i giornali d'informazione che non lo vogliono capire, Milazzo, l'ambasciata inglese, i laburisti rei di prendere. contatto col. PSI, l~lntern azionale che non è contenta della situazione italiana~ Nerini. E ovviamente Il Mondo, l'Espresso, La Malfa, Matteotti e compagni. Proprio tutti « democratici senza cervello »? [112] Biblioteca Gino Bianvo
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