e consumare gli istituti. La possibilità di involuzione d~lla DC non ha limiti e sperare nelle crisi e nelle difficoltà cui va incontro è vano, perchè la. D1 C sembra prosperare nel malgoverno e nel malcostume. E' vero che si corre ai ripari - se ripari ci sono - oggi o mai più. Ma è proprio per non indebolire questa diagnosi e questa tesi che mi sembra indispensabile - col suo cortese permesso - sgomberare il campo da tre false immagini della realtà che sono presenti nell'articolo di Ciranna, e che anche precedentemente hanno fatto capolino nella rivista. Primo pregiudizio: l'apertura a sinistra dev'essere «fedele alla continuità della politica di centrosinistra che sembrava accettata dalla maggioranza democristiana dopo le elezioni del 25 maggio ». Non è vero, per d,ue ragioni. La prima è che la politica di centrosinistra non ci fu, nè ci poteva essere, essendo il bipartito fanfaniano un governo di centro con due ali, la destra dem,ocristiana e il PSDI. Poichè non basta battezzare una lepre col nome di capra per poterla mangiare al venerdì., la DC non poteva assorbire voti e deputati dall'elettorato di destra per poi dire che, allontanato Malagodi, la destra era scomparsa e il governo era di centrosinistra. Che non fosse di centrosinistra, e non potesse fare una politica di quel tipo, lo si vide, infatti, presto. Andreotti., Togni e. don Sturzo comandavano pattuglie palesi e nascoste ben più fortì delle pattuglie di Saragat. Per tenere a bada quella destra, e dare al governo il carattere di centrosinistra, sarebbero occorsi i voti del PSI, ma qui interviene la seconda ragione: che il governo Fanfani-Saragat era prima di tutto e principalmente. anti-PSI: questa caratteristica mi pare, ormai, definitivamente documentata e passata alla storia. Era così perfino per la sinistra democristiana di Base: un governo che doveva irrobustire il PSDI, ridargli una buona carta da giocare nella querela col PSI, fare una politica sociale diretta a svuotare il PSI e a metterlo in ginocchio. Io non discuto, qui, se Fanfani e una parte della DC avessero ragione o torto a parteggiare per Saragat in quel modo, ma è certo che operando così potevano aspettarsi qualsiasi cosa, meno che i voti del PSI, predestinato ad essere la prima vittima-obbiettivo dell'operazione. Quindi l'apertura che si cerca oggi, se vuole lanciare un ponte tra i cattolici e i socialisti, non deve essere la continuazione dell'esperimento di ieri per il semplice motivo che il bipartito fu soltanto un neocentrismo propagandistico, specificamente polemico verso il PSI. Secondo pregiudizio: Il PSI è il grande equivoco della politica italiana. Qual' è,, dov'è il maggiore equivoco della politica italiana? Per Ciranna non c'è dubbio, è ne.l PSI. Verso la DC, invece, Ciranna nutre tolleranza e_ comprensione: « è nella logica dei corpi politici, quando cor,,voglino inte- [109] Bibliote_caGino Bianco
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