LETTERE AL DIRETTORE Le polemiche sul Gattopardo Carissimo <:ompagna, le sempre più fiere polemiche divampanti a proposito del « Gattopardo » di cui si è visto l'esempio anche nella tua rivista la quale h~ ospitato tempo fa 1,na le~tera contro tal ronianzo stesa in termini che mi limiterò crocianamertte a chiarnare « citriosi » - ha finito per persuadermi a scriverti per dire anch'io la mia. E prirna di tutto: come si spiega una tale acredine denigratòria, nei riguardi del lil:Jro di un aut'ore che, oltre a non aver 1nai preso parte alla nostra vita letteraria, è perdippii't scomparso? In alcuni letterati e critici di « nazi'on ,> siriliana, viene abbastanza naturale attribuire tale violenta insofferenza ad u,na sorta di reaziorie sentimentale: rifiutandosi essi nel loro intimo di accettare quella disperata immagine d'una Sicilia immobile e per così dire mum.mificata da secoli, n.egata ad ogni possibile riscatto o progresso, che nemmerio i più grandi m1ttamenti politici, rimanendole esterni, valgono a trasforniar nel profondo: quella specie di terra perduta terribilmente bella e riarsa, come abbandonata da Dio, che e1nerge dalle pagine del libro con ossessionante efficacia. E la lor ribellion,e può anche stimarsi naturalissima. Ma quando questi critici, poi, da tale reazione d'ordine squisitamente sentimentale pretendono in.ferire giudizi negativi sul valore del libro, non s'accor,gono, o mostrano di non. accorgersi che proprio la disperazione di tale immagine, la forza di questa visione di morte, è que~la che conferisce il suo autentico valore poetz~co al romanzo. Sapore e sentore d1: morte; e quindi, naturalmente, un irreprimibile impulso erotico, un insaziabile stimolo alla voluttà: Morte ed Amore, in un binomio obbligato, che finisce per esprirnersi con un'assolutezza, una violenza lirica non molto dissimile da quelle del celebre Arnore e Morte leopardiano; ma senza più ombra di idealizzazione alcitna, senza quel redentore affiato mistico che già ci commosse ed esaltò nel poeta, bensì con il terribile significato d'una specie di eternità di dannazione. [106] ' Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==