delle rivalità e delle gelosie tuttora allignanti; compiere una operazione di verifica dello spirito unitario, valendosi dei problemi politici attuali come di una pietra di paragone. Quali siano i problemi che direttamente o indirettamente interessano oggi l'Europa, e che aspettano da essa un contributo alla loro soluzione, tutti sappiamo. Sono problemi di politica internazionale, quali i rapporti con le due potenze mondiali, la riunificazione tedesca, l'Algeria, il Medio Oriente, ìe relazioni con il nuovo mondo asiatico e africano. Sono problemi econon1ici, quali la instaurazione di un regime monetarìo concordato, se non di una moneta unica, lo sviluppo delle aree depresse, lo svecchiamento e la razionalizzazione degli apparati produttivi nazionali anche là dove non agirà o sarà reso nullo il pungolo della concorrenza. Sono problemi costituzionali, come l'adeguamento, che appare sempre meno differibile, degli strumenti della vita democratica alla 1nutata sostanza della società moderna. Su quanti di questi problemi sarebbe possibile trovare oggi, pur nello stretto ambito dei « Sei », una soluzione che raggiunga un minimo di univocità e un minimo di concretezza? Forse non su molti. Eppure bisogna ugualmente tentare la prova. Perchè soltanto lo Stato nazionale è fine a se stesso, in quanto la sua esistenza si giustifica per il solo fatto che esso è la espressione giuridica di una unitaria comunità razziale, linguistica, culturale, cioè di una na- ' zionalità; ma qualunque formazione giuridica sopranazionale non può essere fine a se stessa, ma è soltanto lo strumento per la realizzazione dì una concezione politica unitaria, concezione che, almeno nei suoi fondamenti, deve precedere e causare la nascita della nuova comunità sopranazionale (cosi come, per gli ordinamenti giuridici nazionali, la persona fisica raggiunge il suo fine primario per. il solo fatto di esistere, ma l'ente morale o la società non nascono se non dopo che ne sia stato dichiarato lo scopo di vita, o si sia raggiunto l'accordo sul fine da raggiungere). Soltanto quando possiederà una visione politica propria ed unitaria .. l'Europa avrà anche il desiderio di possedere la forza, non diciamo per imporre al mondo quella politica, ma almeno per proporla e sostenerla adeguatamente. Finchè sussisteranno invece le attuali divergenze di vedute, frutto di antagonismi, di gelosie, di sospetti, anche nella breve cerchia dei Sei, non potra parlarsi di u11a grande nazione europea, ma tutt'al più di un grande mercato europeo: e dai mercati non nascono le nazioni, perchè semmai è vero il contrario. . Il processo di unificazione dei mercati e quello d'instaurazione di una politica europea, e di costituzione degli organi destinati ad attuarla, pro• cedono su piani ben distinti. (Non molte settimane dopo l'impresa di Suez cominciavano i negoziati per la stesura dei trattati sulle nuove forme d'integrazione europea, senza che ci fosse stato bisogno di alcuna chiarificazione . (103] ibli teca Gino Bianco
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