Nord e Sud - anno VI - n. 58 - settembre 1959

Sehso della do1cezza del v1vere cl1e la civiltà dell' « homo faber )) diffonde nelle masse. Essi esercitano, invece, un'azione tutt'altro contraria, di aggravamento degli squilibri esistenti e di sollecitazione di squilibri nuovi; e, come tali, costituiscono potenti incentivi alla diffusione della volontà di evadere dal proprio ambiente, che appare misero, gretto, brutto, in misura sempre maggiore. Naturalmente, l'emigrazione non è, e non può essere, sic et simpliciter la conseguenza di un siffatto processo; essa lo è, e può esserlo, solo nella misura in cui concorrono altri fattori non meno necessari: lo spirito di iniziativa o di avventura, la disponibilità di un piccolo capitale che consenta di affrontare le prime spese del trasferimento o la possibilità di contare su parenti e amici già stabilitisi altrove, e così via. Altrimenti la volontà di « evadere )) trova altri sbocchi e altre manifestazioni: ne è sintomo fra i più importanti l'affermazione di forme nuove di lotta politica (24). Ma il rapporto, per così dire, istituzionale fra la diffusione dei principali aspetti della civiltà contemporanea e la diffusione della tendenza ad emigrare è un fatto indubitabile, di cui è augurabile che quanto prima una serie di studi venga ad illustrare ampiamente i termini e le manifestazioni. L' « osso )) e la « polpa )) del Mezzogiorno. - Abbiamo finora parlato di Mezzogiorno nei termini più generali. È necessario, però, a questo punto, introdurre qualche specificazione. Beninteso, problemi di ridimensionamento e riequiibrio demografico si pongono, in vario modo e in varia misura, in tutto il Meridione; e tutta l'area va riguardata come zona uniJ tariamente interessata al movimento emigratorio. Tuttavia, non è meno vero che vanno distinte le zone del Meridione in cui l'emigrazione dà luogo ad un effettivo fenomeno di spopolamento, ed è quindi indice di una acuta crisi di tutto l'insediamento umano locale, dalle zone in cui essa sembra esercitare soltanto una funzione di riequilibrio nei confronti dell'incremento naturale, eccessivo per le risorse locali; e così vanno distinte, a maggior ragione, le zone che si comportano come almeno parzialmente (24) Cfr. F. CoMPAGNA - V. D~ CAPRARIIs, Stud'i di geografia elettorale.1946-1958, ediz. << Centro Studi di Nord e Sud», Napoli, 1959, dove il tema della «promozione» politica ed elettorale del sottoproletariato meridionale urbano e rurale a « proletariato» moderno è opportunamente approfondito. Cfr. anche G. BRAGA, Il Comunismo fra gli Italiani, ·Milano, 1956, pag. 77 segg. [81] Bibliotecaginobianco

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