luppo artificioso, l'economia italiana si avviava ad un periodo di rapida e in parte imprevista espansione. Le città industriali del « triangolo » riprendevano la loro funzione di « divoratrici di uomini >> e le nuove possibilità di occupazione rendevano ancor più inefficace l'ancora vigente legislazione fascista. Com'era naturale, ciò si verificava in primo luogo nell'ambito dello stesso Settentrione d'Italia. Nello stesso tempo, però, la ridotta attività del bilancio demografico setenrionale e il boom dell'industria nazionale creavano, oltre la « linea gotica >>, una vasta area di richiamo delle eccedenze demografiche meridionali. Il flusso migratorio in direzione sud-nord e andato perciò progressivamente aumentando. Per un fenomeno di concentrazione facilmente comprensibile gli emigranti dalle singole regioni meridionali si sono andati indirizzando di preferenza verso gli stessi luoghi del Settentrione: i pugliesi, per lo. più, a Milano e a Torino; i calabresi in Liguria e Piemonte; i siciliani a Genova e a Milano, e così via. Anche Roma, però, ha accresciuto in questo periodo la sua forza d'attrazione. Basti pensare che, nel breve giro di un decennio, e sia pure per ragioni diverse da quelle che caratterizzano le città del « triangolo >>, essa ha visto aumentare di oltre due terzi la sua popolazione prebellica. Il suo richiamo, forte su tutte le regioni meridionali, è particolarmente intenso, come è noto, rispetto agli Abruzzì (12). A distanza di circa un secolo dall'unificazione politica, una nuova unificazione si andava così producendo nel nostro Paese: più umile, certo, e meno appariscente della prima, ma non perciò meno importante di essa. Anche perchè, dai più intensi rapporti che così si andavano stabilendo fra le varie parti d'Italia, scaturiva un ulteriore processo di sviluppo dell' emigrazione meridionale. Questa aveva avuto, infatti, nel periodo prefascista, ben poca propensione per le destinazioni europee. Dal momento che la vitalità demografica dell'Italia settentrionale - ancora intatta fino alla prima guerra mondiale - teneva lontano dai maggiori centri industriali del Paese le eccedenze demografiche meridionali e riservava a se stessa le forti possibilità di impiego assicurate da un'economia in sviluppo, ne conseguiva anche che il Mezzogiorno, privo del naturale (12) Per lo sviluppo delle migrazioni interne durante gli ultimi anni cfr. il volume già citato di F. Compagna e la bibliografia ivi~ passim, men.zionata~ Bibliotecaginob.ianco [72]
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