zioni (9). Ciononostante, là dove era possibile un forte flusso migratorio in direzione d'Oltreoceano ci fu ugualmente. Fra il 1946 e il 1949 specialmente l'Argentina fu il paese preferito da coloro che comunque avevano deciso di raggiungere l'America. Le prospettive di sviluppo che il Governo di Buenos Aires perseguiva vivacemente (anche se con ordine e ragionevolezza discutibili) sembravano assicurare possibilità di collocamento, se non inesauribili, certamente assai vaste. Ma già nel 1950 e poi specialmente dopo tale anno lo sviluppo argentino cominciò ad apparire piu problematico cli quanto si fosse pensato e sperato. Non pochi settori dell'economia del paese incorsero in una serie di crisi più o meno radicali. Il flusso immigratorio comi11ciò ad arrestarsi per poi ridursi ad un ritmo anche minore del normale. I rimpatri furono numerosissimi e le disillusioni proporzionate ad essi. Quasi contemporaneamente, però, _opoco dopo, e cioe dal 1952 in poi, il boom petrolifero vene-- zuelano apriva una prospettiva nuova e interessante. A differenza dell'Ar--- gentina, il Venezuela non era stato nel periodo prefascista un paese di fortissima immigrazione italiana, e particolarmente meridionale. I legami che si venivano ora stri11ge11doera110, perciò, i11 gran parte nuovi; ed anche se recentemente sono stati turbati sia dalle vicende politiche venezuelane, sia dalle no11rare crisi di sviluppo dell' eco11omiadi un paese che 11ellos1corso decennio ha realizzato progressi talvolta addirittura frenetici, 110n si può negare che si tratti di legami ormai stabili e consolidati. Negli anni più vicini a noi, infine, anche il Canada e i'At1stralia sono divenuti meta di correnti migratorie cl1e si vanno progressivamente intensificando. Si tratta, invero, di paesi con una caratterizzazione anglosasson~ assai più forte di quella che fosse propria degli Stati Uniti nel momento in cui cominciarono le grandi migrazioni dall'Italia nel secolo scorso; di paesi, quindi, in cui l'assimilazione dei meridionali può prospettarsi più difficile che altrove. Ma non sono considerazjoni di questo genere che, natural- · mente, possono trattenere dall'emigrare chi è fermamente deciso a lasciare i paesi d'origine. Ad ogni modo, a parte le eccezioni costituite dall'Argentina prima, dal Venezuela poi, ed oggi anche dall'Australia e dal Canada, gli altri paesi americani (Stati Uniti e Brasile compresi) hanno potuto essere meta dell'emigrazione meridionale soltanto nei limiti fissati dalle rispettive (9) G. GALAsso, La poeolaZff O l:e etc., l. cit. pag. 84-88. Bibliotecaginobianco [70]
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==