assunto in questo dopoguerra una consistenza e un ritmo superiori alla generale aspettativa proprio dai primi anni dopo il 1950 in poi; e cioè a dire proprio da quando il declino della spinta rivoluzionaria si accentuava e dava luogo ad un ulteriore rafforzamento di quella predisposizione psicologica e attitudinale all'emigrare che, ormai dalla fine del secolo scorso, caratterizza tanta parte dell'ambiente meridionale (7). Vecchie e nuove destinazioni dell'emigrazione meridionale. - Vero è, tuttavia, che, con la ripresa del -movimento migratorio dal Mezzogiorno dopo la fine della seconda guerra mondiale, non si sono automaticamente riprodotte le condizioni e le tendenze che ne governarono il flusso nel periodo prefascista. Questa fu però l'impressione (e la speranza) dominante nell'immediato dopoguerra. Il sentimento popolare si volse, infatti, spontaneamente « soprattutto alle vecchie terre promesse del Nord e del Sud dell'America, ai paesi che avevano rappresentato le destinazioni di gran lunga più ambite delle antiche correnti migratorie partite dall'Italia meridionale, le quali avevano dato luogo a una forte, diffusa, tenace tradizione, sopravvissuta al fascismo attraverso i racconti dei vecchi che di lì erano tornati numerosi a comperare il pezzo di terra intorno ai "paesi" natali, o attraverso le lettere di parenti e "compari", che ora, dopo la guerra, tornavano a farsi vivi >) (8). Ma, ormai, la legislazione dei paesi di immigrazione (e soprattutto del maggiore fra essi, gli Stati Uniti d'America), il sempre crescente costo dell'occupazione delle forze di lavoro nel1'economia moderna, ed altri minori, sebbene non trascurabili fattori operavano già da tempo nel senso di una riduzione delle migrazioni intercontinentali a movimenti strettamente controllati nella loro consistenza quantitativa e nella loro composizione qualitativa. E pertanto, già nel 1945 la grande emigrazione transoceanica rappresentava un passato che ben difficilmente avrebbe potuto tornare a prodursi nelle stesse propor- (7) Sullo sviluppo del movimento migratorio meridionale dopo il 1950 cfr. G. GALAsso, Il movi·mento demografico e migratorio del Nl eridione dal 1951 al 1957, in << Nord e Sud», n. 49, dicembre 1958, pag. 53 segg. (8) Cfr. F. COMPAGNA, I terroni in città, Bari, 1959. [69] Bibliotecaginobianco
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