Ma l'occupazione alleata, riallacciando i vincoli di amicizia e di parentela con le masse degli italo-americani, rompendo l'isolamento morale e civile dell'intero Mezzogiorno, offrendo lo spettacolo di una civiltà materialmente e politicamente superiore, ridestava (come abbiamo visto) nello stesso tempo l'aspirazione meridionale ad emigrare e rendeva nuovamente attuale, dopo circa vent'anni, la prospettiva dei trasferimenti in massa oltreoceano. In tal modo la tradizionale prospettiva emigratoria e la prospettiva rivoluzionaria (quest'ultima attualizzata e potenziata senza confronti, rispetto alle vecchie tradizioni socialiste, dallo sviluppo di un forte movimento comt1nista) si offrivano come via di evasione dal ristagno e dalla depressione del Mezzogiorno, come strun1enti di rinnovamento e promozione personali e arnbientali, congiunte in un rapporto di alternativa nuovo e senza precedenti per le nostre regioni. Peraltro, la prospettiva rivoluzionaria non era destinata a durare indefinitamente~ Essa raggiungeva l'acme forse nel bilancio 1949-50, quando ci fu, soprattutto nelle zone _f)iùdesolate e povere del Mezzogiorno, una agitazione contadina di dimensioni e portata assai vaste. Dopo di allora essa andò nettamente declinando. I partiti di estrema sinistra denunciarono bensì anche dopo di allora progressi, specialmente elettorali, e specialmente da parte comunista, assai sensibili. Ma il movimento perdette, in sostanza, (e non l'ha più riacquistata a tutt'oggi) l'accesa virulenza degli anni precedenti. La mutata situazione politica del Paese, l'azione riformatrice dei Governi succedutisi dal 1949-50 in poi, lo sviluppo generale del Mezzogiorno stesso hanno determinato, negli anni più vicini a noi, un clima politico e sociale fondamentalmente diverso da quello dei primi anni del dopoguerra (6). Di conseguenza, l'emigrazione è tornata a rappresentare per le masse meridionali (così come per tanti decenni nel passato) l'unica prospettiva concreta ìn vista di una evasione immediata dalla realtà meridionale. Ed è, infatti, un dato incontestabile, sebbene di solito non la si trovi rilevata, la circostanza che la spinta migratoria dal Mezzogiorno ha alcuni cenni G. GALAsso, [Ja riforma agraria in Calabria, Roma, 1958, pag. 16 segg. Cfr. anche M. Rossi DoRIA, .. Riforma agraria e azione rneridionalista, 1 a ediz., Bolo.. gna, 1948, passim e in specie pag. 218 segg., pag. 247 segg. e pag. 267 segg. (6) Cfr. G. GALAsso, Il meridionali·smo di complemento, in « Nord e Sud», n. 9, agosto 1955, pag. 6 segg. Bibliotecaginobianco [68]
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